«Roma devastata e ferita», come ha detto il sindaco Marino. È l'ultimo episodio di una lunga scia fatta di sangue e violenza, quella lasciata, dagli scontri in occasione della finale di Coppa Uefa del 1974 con il Tottenham a oggi, dagli hooligans olandesi targati Feyenoord.
Ad eccitarli ha contribuito il fatto che qualcuno, oggi a Roma, ha aggirato il divieto di vendita di bevande alcoliche, nonostante le forze dell'ordine avessero diffuso lo stato di massima allerta già da un paio di giorni. Chissà quindi se la prevenzione è bastata, anche se in questa edizione dell'Europa League gli ultrà biancorossi di Rotterdam, definiti i «Black block» del tifo dall'ambasciatore in Italia del loro paese, si erano già resi protagonisti di episodi a base di quella che loro stessi avevano definito «violenza alcolica». E a Roma hanno portato un adesivo choc, quello con la Lupa decapitata.
Durissimi gli scontri con i loro omologhi del Besiktas ai tempi della sfida dello scorso luglio, poi in ottobre il bis in occasione del match contro il Rijeka.
Anti-ebraismo anche in occasione delle sfide con il Tottenham di Londra, come nel 1974 per la finale di Coppa Uefa (scontri violentissimi e più di 200 feriti) e del 1983. Ai tifosi dell'AZ Alkmaar venne invece riservato, in occasione di una partita di campionato nel 1982, il lancio di una bomba artigianale che venne scagliata dagli ultrà di Rotterdam verso il settore della tifoseria ospite. Per fortuna esplose solo parzialmente e quindi fece danni limitati.
Nel 1991 ci fu invece una 'battaglià con i sostenitori del Twente. Alla fine un supporter di quest'ultima squadra rimase ucciso, a colpi di coltello. Osservati speciali della polizia di Rotterdam, le frange violente della tifoseria del Feyenoord sono composte da vari gruppi, uno dei quali, il 'Real S.C.F.', è formato in prevalenza da giovanissimi buona parte dei quali dediti al consumo di droghe pesanti. Il 'sacco di Romà è quindi solo l'ultima delle loro poco edificanti imprese.