Roma, divieti e nuove regole sono fermi. L'ultima disputa è sull'accattonaggio

Roma, divieti e nuove regole sono fermi. L'ultima disputa è sull'accattonaggio
di Fabio Rossi
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Giovedì 3 Maggio 2018, 08:29
Il nuovo regolamento di polizia urbana è lì, pronto da un paio di mesi, in attesa di essere discusso e approvato da commissioni consiliari e assemblea capitolina. Ma l'entrata in vigore del decalogo di norme cittadine della Capitale - messe insieme dall'ex comandate della polizia locale Diego Porta ma poi ritoccate in più di un argomento - è adesso il tema dell'accattonaggio, che l'amministrazione comunale vuole limitare ma sul quale ci sono forti pressioni del mondo cattolico. E la prima vittima di questo stallo potrebbe essere la tranquillità dei quartieri della movida: a meno di nuove ordinanze in extremis - che il Campidoglio ha sempre escluso per quest'anno - quella del 2018 potrebbe essere la prima estate, da diversi anni a questa parte, senza limitazioni notturne per alcol e vetro, contenute proprio nel nuovo regolamento ancora fermo al palo.

LO STALLO
Formalmente, la delibera capitolina è ancora in attesa del parere (consultivo e non vincolante) dei Municipi. Che però, soprattutto in alcuni casi - come I, II, V, VIII, IX, X e XV - vogliono dire la loro su aspetti che interessano particolarmente i residenti di alcuni quartieri, da Trastevere all'Ostiense, passando per San Lorenzo, Ponte Milvio e tutti gli altri punti di ritrovo dei nottambuli romani. Ma alle commissioni competenti - in primis quella che si occupa di statuto e regolamenti, ma anche quella sul commercio - non è ancora arrivato nulla. «Volendo, nell'arco di un mese, massimo un mese e mezzo si potrebbe giungere all'approvazione», sostiene il delegato alla sicurezza di Palazzo Senatorio, Marco Cardilli. Ma i tempi potrebbero allungarsi almeno di qualche settimana, lasciando scoperto il periodo più affollato dell'anno, nelle strade della nightlife, che va da maggio a luglio.

I DUBBI
Le norme sull'accattonaggio, pensate soprattutto per restituire decoro alle aree più frequentate della Città eterna, potrebbero impedire il via libera in tempo utile, costringendo Virginia Raggi a dover riprendere in considerazione lo strumento delle ordinanze. Contro una limitazione del fenomeno si sono infatti schierate alcune realtà dell'associazionismo cattolico. Va ricordato peraltro che la legge consente di vietare soltanto l'accattonaggio molesto e insistente, ossia quello in cui i mendicanti trattengono o bloccano per strada le persone che hanno risposto no alle richieste, continuano a incalzarle nonostante il rifiuto o bussano con insistenza ai finestrini delle auto ferme ai semafori o davanti agli attraversamenti pedonali.

I PRECEDENTI
In passato nella Capitale sono state emanate alcune ordinanze del sindaco contro l'accattonaggio, soprattutto durante l'amministrazione di Gianni Alemanno, emanate insieme a provvedimenti analoghi contro i lavavetri, che sono prima scomparsi dagli incroci, per poi ricomparire poco alla volta. Mai emanata, sempre in quegli anni, l'ipotizzata ordinanza anti-rovistaggio, pensata per motivi di decoro contro la quale si sono scagliate proprio le associazioni di volontariato, in particolare quelle cattoliche. La storia si potrebbe ripetere, portandosi però indietro le limitazioni agli eccessi della vita notturna: stop all'asporto di bevande alcoliche dopo le 23, mentre la sospensione della somministrazione comincerebbe alle 2 del mattino, con mini Daspo per 48 ore per coloro che vengono colti in stato di ubriachezza molesta.

 
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