Roma, nella tendopoli di San Giovanni, aspettando il corteo

Roma, nella tendopoli di San Giovanni, aspettando il corteo
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Sabato 19 Ottobre 2013, 10:39 - Ultimo aggiornamento: 11:10

Nottata tranquilla quella raccontata da chi ha campeggiato a S. Giovanni questa notte, e che alle 14 prender parte al Corteo che da San Giovanni giunger a Porta Pia. Erano circa in 10.000 al concerto che si è tenuto in piazza ieri sera, molti di meno, poche centinaia, quelli che hanno montato le tende.

C'era la rappresentanza Usb dei vigili del fuoco, in protesta contro una indennità rischio di 423, 52 euro, che ieri hanno sfilato col con lo striscione: «Ci riteniamo un servizio sociale», un segnale per attirare l'attenzione su uno dei servizi colonna portante della protezione civile. Loro chiedono potenziamento dell'organico, copetrtura assicurativa, nuovi mezzi che nei depositi marciscono, e risorse tratte da quelle che vengono sprecate. Ma sopratutto sono qui contro quegli «al lupo» delle «bocche politiche che piangono quando ci sono i disastri nelle scuole ma non si interessano di prevenirli». Il prossimo 23 ottobre, a piazza Montecitorio, presso l'Hotel Nazionale, incontreranno alcuni parlamentari di Sel, Pd, e 5 Stelle.

A presidiare S. Giovanni, in vista del corteo, Sinistra anticapitalista, Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Freedom Italy, Usb, Rete dei comunisti, Bpm: tutti coloro che ieri hanno sfilato con le parole d'ordine «stop austerity», contro le politiche antipopolari e i diktat dell Unione Europea. Tra i manifestanti già qui da stamattina c'è chi dichiara che si prevede una manifestazione pericolosa, perché «non è un corteo di quelli normali, ci sono delle persone che sono arrivate all'estremo della sopportazione». Quelli dei Movimenti per la Casa, invece, non ci stanno a definirla violenta e ne rivendicano la paternità dell'organizzazione, attribuita volontariamente -a quanto dicono- per errore ai no tav e agli anarchici: «Qualcuno ha interesse a non far riuscire queste manifestazioni popolari. In Italia vi sono solo il 4% di case popolari, in Francia il 40%, in Inghilterra il 35. Noi siamo qui per dire questo, non vogliamo disordini, sarebbe controproducente. Al massimo potrebbero esserci infiltrati che hanno dell'interesse a far degenerare la situazione».

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