«Non abbiate paura di noi», grida una manifestante. «L'Isis è un cancro del corpo islamico. Quello che hanno fatto è un attacco contro la comunità intera». È uno dei cartelli portati alla manifestazione. «È giusto, è così», commenta un marocchino che vive a Roma.
Le comunità islamiche sono scese in piazza sotto lo slogan «Not in my name» per manifestare contro il terrorismo.
Milano
Alcune centinaia di manifestanti si sono riuniti anche in piazza san Babila, a Milano, per partecipare al presidio "Not in my name" organizzato dal Caim (Coordinamento associazioni islamiche di Milano e Monza-Brianza) «e da altre 87 associazioni islamiche» come ha spiegato Davide Piccardo, coordinatore del Caim. «No al terrorismo sì alle moschee - ha detto Piccardo parlando con i giornalisti - con il riconoscimento delle moschee ci sarebbe maggiore sicurezza per tutti. Non c'è spazio per il terrorismo e questa escalation di violenza ci preoccupa molto». «La islamofobia - ha aggiunto - crea tensione e invece avremmo bisogno di convivenza e dialogo».
Le manifestazioni
Contro il terrorismo ha manifestato questa mattina anche la Fiom, scesa in piazza anche contro la legge di stabilità e il Jobs Act. Mattinata di disagi per romani e turisti alle prese non solo con la chiusura parziale della linea A della metropolitana per lavori di manutenzione in vista del Giubileo ma anche con il corteo della Fiom che, partito da piazza della Repubblica, è arrivato in piazza del Popolo.
Deviazioni degli autobus e limitazioni per il traffico sono state disposte lungo tutto il tracciato, causando notevoli ritardi per i mezzi pubblici.
Il caso
E «numerosi manifestanti, giunti a Roma in occasione del corteo Fiom - scrive in una nota Atac - hanno rifiutato di pagare il biglietto per accedere ai servizi di trasporto e hanno forzato i varchi presidiati in metropolitana.
Ciò malgrado Atac avesse anche messo a disposizione un servizio di biglietteria mobile all'esterno della stazione Subaugusta proprio per favorire la corretta fruizione dei mezzi pubblici. Atac stigmatizza tale comportamento che rivela una concezione profondamente sbagliata della fruizione del servizio di trasporto pubblico. Atac ricorda che pagare il biglietto è un dovere civico e che l'unico modo legittimo di fruire dei pubblici servizi è averne il titolo. In conseguenza dell'accaduto l'azienda procederà a formale denuncia contro i responsabili di tali fatti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA