La procura contesta all'ex dipendente un «danno da disservizio», per aver alterato l'archivio informatico dell'ufficio. Tra il 2007 e il 2010, il funzionario «avrebbe proceduto a diverse e indebite operazioni di cancellazione di immagini planimetriche, successivamente riacquisite previa manomissione della rappresentazione grafica e conseguente alterazione della configurazione originaria, anche per sanare abusi edilizi effettuati successivamente alla costruzione di un immobile», scrivono i giudici.
Questa vicenda è già costata all'imputato il licenziamento e una condanna penale - con patteggiamento - a due anni di reclusione, pena sospesa. Per i giudici contabili, il disservizio consiste nel fatto che l’Amministrazione «ha dovuto impiegare altro personale per almeno 300 ore per arrivare al completo ripristino della banca dati manomessa». Per individuare le mappe “taroccate” e correggere gli errori, infatti, sono stati alcuni dipendenti sono stati distolti dai normali compiti d’istituto. Per quantificare il danno, la procura ha tenuto conto del costo del personale impiegato nell'operazione di ripristino del sistema informatico e ha ricavato il prezzo pagato dall'Amministrazione per le ore extra lavorate.
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