PASSAGGIO DI PROPRIETÀ
Nella villetta, ci vivono in tre, mentre altri parenti vengono qui tutti i giorni o quasi per lavorare nell'azienda agricola di famiglia. Azienda privata, ça va sans dire, anche se il terreno, almeno fino a poco fa appunto, era di proprietà del Campidoglio. Qui la storia si complica, perché come ci spiega Veronica, la titolare della ditta agricola, in realtà non è lei o la sua famiglia ad avere vinto la causa dell'usucapione. «Sono quelli del casale affianco, anche se fino a qualche mese fa non li avevamo mai visti. E ora sarebbero riusciti a diventare proprietari anche del terreno nostro», sostiene. La sua famiglia, invece, è qui da decenni, da quando questo appezzamento ancora apparteneva a un privato, «e noi lo avevamo in regime di mezzadria». Poi, sul finire degli anni 90, la terra passò in qualche modo al Comune. Ma incredibilmente nessuno si sarebbe fatto vedere fino a pochi anni fa. «Ricordo che un funzionario del Patrimonio comunale è venuto qui per la prima volta... nel 2015, per fare dei controlli, diceva, e vedere in che stato erano i casali».
SENZA CONTRATTO
Un contratto con l'amministrazione cittadina, in ogni caso, non c'è mai stato. «Pagavamo l'affitto alla vecchia azienda che possedeva il casale e i terreni - racconta sempre Veronica - poi però quando sono passati al Comune abbiamo chiesto di essere messi in regola, ma non ci hanno risposto». E quindi? «Quindi ho fatto un contratto unilaterale, diciamo». Insomma, autodeterminato, senza l'avallo del Campidoglio. Di che cifra stiamo parlando? Due-trecento euro, per cinque anni. «Così ho potuto continuare a chiedere i finanziamenti dell'Unione europea». Eh si, perché l'azienda agricola avrebbe incassato dall'inizio del 2000 a oggi oltre 120 mila euro di fondi comunitari. «Circa 7-8 mila euro l'anno, dal 2001 fino al 2017 - rivela ancora la titolare - Quest'anno purtroppo non abbiamo ancora potuto chiederli».
L'attività, in ogni caso, appare fiorente, a giudicare dai campi di cereali e pomodori ben curati. L'unico timore, per la famiglia che gestisce il casale, è che ora i nuovi proprietari riescano a fare ciò che il Campidoglio non aveva nemmeno tentato: cioè a sfrattarli o a pretendere una pigione per sfruttare i terreni. L'usucapione, pare di capire, rischia di essere una beffa anche per loro.
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