Roma, rivoluzione tasse in Campidoglio: sfrattata la vecchia Equitalia

Roma, rivoluzione tasse in Campidoglio: sfrattata la vecchia Equitalia
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 23 Marzo 2018, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 10:33

La giunta di Virginia Raggi è pronta a sfrattare dal Campidoglio l'Agenzia delle Entrate Riscossione, l'erede della vecchia Equitalia. Il dado è tratto, dicono a Palazzo Senatorio, tanto che dopo una lettera piuttosto fumantina dell'assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, al presidente dell'Agenzia, Ernesto Maria Ruffini, pochi giorni fa è passata in giunta una delibera che punta a trasferire tutte le competenze al Comune e alla sua controllata Aequa Roma. Multe, bollettini della Tari non pagati, tasse di soggiorno aggirate. Entro la fine del 2018 sarà l'amministrazione comunale a occuparsi direttamente della «riscossione coattiva», facendo partire cartelle, ganasce fiscali e pignoramenti. Al centro della querelle c'è uno dei mali atavici del Comune, cioè l'incapacità di incassare quanto dovuto. I numeri dicono che Roma Capitale ottiene, con fatica, il 30% degli importi contestati. Ecco perché la sindaca ha chiesto una svolta.
Il primo passo è stata la lettera di Lemmetti a Ruffini; l'assessore al Bilancio avrebbe lamentato con l'Agenzia percentuali di riscossione a suo dire «inadeguate», all'incirca il «25 per cento» del totale negli ultimi dieci anni. E avrebbe contestato anche il fatto che alcuni «oneri di riscossione» sarebbero stati addebitati al Comune invece che ai contribuenti finiti nel mirino del Fisco.

I CREDITI A RISCHIO
Ora, quindi, si volta pagina. Entro fine anno la lotta agli evasori farà capo al Campidoglio, in particolare al dipartimento Risorse Economiche e al suo braccio operativo, Aequa Roma. La partecipata andrà adeguatamente potenziata e ristrutturata, oggi può contare su 290 dipendenti scarsi, 16 quadri e 2 dirigenti. Troppo pochi, forse, per smaltire migliaia di pratiche l'anno. In ballo, d'altronde, ci sono quasi 300 milioni di euro che la giunta ha previsto di incassare entro il 2020. La metà, hanno scritto i revisori dei conti, sono crediti di dubbia esigibilità. Anche per questo la strategia è stata ridisegnata. L'obiettivo del Campidoglio è rendere i controlli molto più capillari e soprattutto più efficaci, già nel medio periodo. L'equazione è chiara: più salgono gli incassi, più aumentano i fondi per i servizi.

Aequa Roma si occuperà direttamente della multe, gestendo in prima battuta «i verbali di violazione delle norme del Codice della strada», si legge nella delibera varata dalla giunta, e lo stesso avverrà per le sanzioni comminate dagli ausiliari del traffico, finora appannaggio dell'Atac.
L'altra novità riguarda la Tari. La tassa sui rifiuti oggi è gestita dall'Ama, che si occupa anche della lotta all'evasione. D'ora in poi invece la gestione dei contenziosi e degli accertamenti sarà affidata in pianta stabile ad Aequa Roma. L'obiettivo del Campidoglio, c'è scritto nella delibera, è «avviare già a partire dal 2018 un nuovo disegno gestionale del tributo, che preveda il progressivo e unico supporto da parte della società Aequa Roma», attraverso un «graduale subentro nelle funzioni e attività tributarie oggi affidate ad Ama, sempre nel contesto della direzione e coordinamento del dipartimento Risorse Economiche».

IL BLOG E L'AGENZIA
Oltre ai cambiamenti logistici, dietro la mossa di Raggi si intravedono motivazioni squisitamente politiche. Nel M5S qualche consigliere traduce l'operazione così: «Il senso è: bye bye Equitalia». Nell'atto appena votato dalla giunta capitolina, si legge che «è volontà dell'amministrazione comunale accentrare e internalizzare progressivamente in un'unica struttura operativa, individuata nella società in-house Aequa Roma, le attività di supporto afferenti le entrate di qualunque natura, comprese le attività di riscossione coattiva». Solo poche settimane fa, il blog di Grillo titolava: «Equitalia ha solo cambiato nome, ma è più viva che mai».

 
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