Roma, branchi di cani randagi nei parchi: pochi controlli, sos aggressioni

Roma, branchi di cani randagi nei parchi: pochi controlli, sos aggressioni
di Laura Bogliolo
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Martedì 19 Giugno 2018, 09:27 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 15:47

Morsi su entrambe le braccia, sangue, grida. Panico domenica mattina a villa Pamphili, dove una donna e il suo piccolo meticcio Fred sono stati aggrediti da tre cani. «Sono entrata nel parco da via Vitellia, mi trovavo poco distante dall'area giochi dei bambini e all'improvviso questi tre cani spinoni ci hanno aggrediti. Uno aveva il collare», racconta.

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Una furia interrotta solo dalle grida dei passanti. La vittima, che ha tirato a sé il cagnolino per salvarlo, è stata trasportata al San Camillo ed è stata medicata con dodici punti di sutura. Il piccolo Fred è stato operato. Secondo alcuni residenti i tre cani potrebbero appartenere ad una donna che già in passato aveva avuto problemi per averli lasciati sciolti. «Quella donna è stata addirittura colpita da Daspo», dicono.

IL TEMA
La grande paura ripropone il tema della sicurezza e dei controlli nelle ville. «Manca una gestione coordinata per mettere in campo verifiche costanti in tutte le ville di Roma». Tradotto: non c'è un controllo quotidiano da parte dei vigili ad esempio sui cani portati a spasso in strada o nelle ville, né sul pericolo degli animali randagi. Claudio Locuratolo, dell'associazione guardie zoofile Oipa Italia Onlus, spiega meglio: «I vigili effettuano verifiche solo se chiamati o se c'è qualche esposto, è raro che facciano controlli motu proprio nelle ville, tra l'altro non credo che abbiano in dotazione il lettore di microchip che ogni cane deve avere per legge». Il dubbio viene spazzato via da Stefano Giannini, vigile e segretario romano del Sulpl: «I lettori di microchip per cani non sono nella nostra disponibilità, né siamo stati formati per usarli, né ci sarebbero le risorse per effettuare controlli costanti».

L'associazione Earth, che per conto del Comune cura l'apertura e la chiusura di 15 ville tra cui villa Pamphili, sottolinea: «Il Comune dovrebbe coordinare i controlli - dice Valentina Coppola, presidente di Earth - i romani sono poco informati, non sanno ad esempio che la museruola va sempre portata dietro».
Diverso il discorso sul randagismo. Secondo l'Oipa sono 11mila i cani abbandonati nel Lazio che transitano nei canili. Problemi a Roma si riscontrano ancora nel VI Municipio (zona Torre Gaia) e nell'XI (Magliana) soprattutto per la presenza di randagi a ridosso del campo nomadi di via Candoni o in accampamenti abusivi, e nel bosco Somaini, a Casetta Mattei. Ma le vere criticità sono nell'hinterland.

Il Comune ribatte: «I vigili effettuano costanti controlli». E fa sapere che all'inizio del mese ha pubblicato due bandi. «Il primo - spiega in una nota il Campidoglio - destina 150mila euro alle sterilizzazione, alle chippature e al censimento, il secondo da 190mila euro riguarda i grandi interventi chirurgici: i servizi medico-veterinari verranno affidati per 36 mesi a veterinari e strutture operanti nel territorio romano». Intanto continuano a essere i controlli la parte più debole del sistema.

Qualche dato sulle multe: da gennaio le 50 guardie zoofile dell'associazione riconosciuta dalla Prefettura hanno effettuato 13 controlli in diverse ville (dalla Caffarella a villa De Santis) ed elevato 65 sanzioni. Le irregolarità maggiormente riscontrate sono cani non al guinzaglio (100 euro), guinzagli a strangolo (166 euro) e assenza di microchip (308 euro). Durante i controlli sono stati trovati 15 randagi. «I vigili non si vedono a villa Pamphili purtroppo» dice Paolo Arca, presidente di Associazione per Villa Pamphili che definisce la situazione «drammatica».
«Gli agenti sono venuti lo scorso anno, quando abbiamo denunciato i bagni dei cani nelle fontane seicentesche, poi nessuno li ha più visti - aggiunge - l'80% delle persone con cani qui li lasciano sciolti nel parco nonostante ci siano due aree cani». C'è da dire che le zone riservate agli animali sono in pessime condizioni. «Non hanno fontanelle e nessuno le pulisce» conclude Arca.
 

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