Bimbo morto in metro, Roma saluta Marco nel giorno dei funerali: oggi il lutto cittadino

Bimbo morto in metro, Roma saluta Marco nel giorno dei funerali: oggi il lutto cittadino
di Maria Lombardi
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Lunedì 13 Luglio 2015, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 11:58


Un minuto di silenzio, lunghissimo, e un solo pensiero. Per sessanta secondi Roma questa mattina si ferma a pregare, ognuno come può e come sa rivolgerà la mente al piccolo Marco, precipitato a quattro anni nella tromba dell'ascensore alla fermata della metro Furio Camillo. Accadrà alle 9,30 mentre nella sala del Tempietto egizio del Verano verrà ricordato il bambino con una cerimonia laica. La mamma, il padre, i parenti più stretti e il sindaco Marino, nessun altro è ammesso al funerale perché così ha chiesto la famiglia. Farà una pausa anche la musica per Marco, tutti gli spettacoli dell'estate promossi da Roma Capitale cominceranno solo dopo aver rispettato il minuto di raccoglimento.
GLI UFFICI
Sarà un giorno di lutto, per la Capitale, come ha voluto il sindaco per ricordare il piccolo. Le bandiere a mezz'asta, per tutta la giornata, negli uffici capitolini, e anche nelle società, aziende, istituzioni e nelle fondazioni che fanno capo al Campidoglio. E sventolerà un piccolo drappo nero su tutti i mezzi pubblici, autobus tram e metro. Il sindaco ha invitato la cittadinanza, le organizzazioni sociali e produttive a partecipare al lutto nelle forme ritenute più opportune.
La famiglia ha voluto un funerale laico e privato per Marco. Niente folla e niente curiosi in pellegrinaggio al Verano per l'addio al bambino. La cerimonia sarà blindatissima, Francesca e Giovanni, i genitori del piccolo, ci tengono molto a vivere questo momento con riservatezza. E vogliono condividerlo solo con il sindaco che è stato accanto al padre e alla madre sin dal primo momento. Marino ha raggiunto subito la stazione della metro, pochi minuti dopo la tragedia, ed è rimasto lì a lungo a consolare i familiari.

LE INDAGINI
Non appena sarà possibile verrà ascoltato dai magistrati l'addetto dell'Atac che ha tentato la manovra «non codificata» per liberare la madre e il piccolo Marco rimasti bloccati nell'ascensore della metropolitana. Il dipendente è iscritto nel registro degli indagati assieme ai due vigilantes dell'Italpol per concorso in omicidio colposo. Una delle guardie giurate, che assieme al collega ha assistito al tentativo di soccorso, dopo la morte del bimbo si è sentito male. Il tentativo dei tre, definito dall'assessore Guido Improta «un eccesso di generosità», era stato dettato anche dal fatto che madre e figlio chiedevano aiuto dall'interno dell'ascensore bloccato. «Qui stiamo svenendo, fa caldo», aveva detto la donna agli addetti alla stazione che temendo un malore per il caldo e preoccupati dall'età del bimbo, piuttosto spaventato, avevano accelerato le procedure che invece avrebbero dovuto richiedere la presenza dei tecnici dell'ascensore.

Ma l'inchiesta procede anche su un altro fronte. Vanno avanti gli accertamenti del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e del pm Maria Letizia Golfieri sugli impianti e sulla manutenzione degli ascensori. Le verifiche su tutta la documentazione acquisita nei giorni scorsi sono ancora in corso. E si dovrà stabilire se i test sugli elevatori, previsti almeno ogni sei mesi, fossero stati eseguiti. Saranno analizzate tra l'altro le relazioni dei vigili del fuoco e degli ispettori del lavoro sulle condizioni degli impianti della metropolitana.

I FIORI
Francesca e Giovanni, i genitori del piccolo, da quel pomeriggio non sono più tornati nella loro casa di via Cesare Baronio, a trecento metri dalla fermata della metro. Sono ospiti a casa di alcuni parenti. E si continua a pregare davanti l'ascensore di vetro a Furio Camillo, ormai ricoperta di fiori. Sabato sera centinaia di candele bianche si sono consumate tra le mani di bambini e adulti che si sono raccolti intorno all'ascensore per ricordare il bambino. Tantissimi fiori accanto alle vetrate, gigli, rose, girasoli, c'è chi ha lasciato macchinine rosse, pelouche, caramelle, un trattore giallo, un Puffo. E chi ha scritto biglietti per il «piccolo angelo» e per i suoi genitori. «Maledetto errore umano», si legge su un foglietto.

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