Roma, assalto ai cassonetti gialli tra vandali e ladri di vestiti

Roma, assalto ai cassonetti gialli tra vandali e ladri di vestiti
di Camilla Mozzetti
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Domenica 29 Aprile 2018, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 14:40
Sono tornati in strada con la loro forma squadrata e l'indistinguibile colore che fu: quel giallo-canarino che permette un loro riconoscimento a metri di distanza. Come degli abbagli tra il grigio dell'asfalto e il verde incolto della Capitale. Rispetto al passato, al 2015, quando scomparvero in seguito alle inchieste giudiziarie per l'uso che ne veniva fatto, non è però cambiato molto. Le forme e i colori sono gli stessi e analoghi gli impatti che questi cassonetti producono all'arredo urbano. 

Basta vedere cosa raccontano alcune strade in cui sono stati da poco riposizionati, partendo dal Salario e arrivando a Ostia. Ritornano i contenitori gialli per la raccolta degli indumenti e tutto resta uguale a prima, tra il rovistaggio degli avventori e l'abbandono con il seguente degrado degli indumenti in mezzo ai marciapiedi. La raccolta viene garantita una volta alla settimana, fa sapere l'Ama, ma i rovistatori hanno trovato il modo tramite lunghi uncini di inserirsi negli sportelli antintrusione, tirare su le buste, scegliere cosa prendere e abbandonare in strada il resto. «Una piaga», continua l'azienda municipalizzata dei rifiuti che costa caro per interventi di pulizia straordinari e che «necessita di controlli dalle forze dell'ordine». Cosa succede?

IL RITORNO
Non è passato neanche un mese dall'operazione ritorno al futuro voluta dal Campidoglio e condotta da Ama per riportare gradualmente tra le strade della Capitale i raccoglitori per i vecchi vestiti «Ma lo vede benissimo con i suoi occhi commenta Patrizia Torti, residente in via Alessandria cosa succede». Piazzale di Porta Pia è una delle prime zone in cui i cassonetti gialli sono riapparsi. La ricollocazione è partita dal II Municipio estendendosi poi al III (zona Talenti Montesacro) e arrivando a Ostia. In tutto l'Ama ha acquistato 1.800 cassonetti prevedendo il ripristino per 1.500 box (circa 100 a Municipio) e riservando i 300 restanti per eventuali sostituzioni. Ebbene, in tutti i tre mini-comuni ci sono stati già dei problemi. A Porta Pia, come anticipato, il cassonetto è stato già imbrattato dai vandali e manomesso per il rovistaggio e il saccheggio dei vestiti.

LE ZONE
Proprio nello slargo che separa le due carreggiate di via Nomentana, da giorni troneggiano buste di indumenti abbandonate. Scarpe e calzini, maglioni e camicine riverse in strada e sull'asfalto. «Ci aspettavamo dall'Ama e dal Campidoglio spiega l'assessore all'Ambiente del II Municipio, Rino Fabiano una comunicazione e invece i cassonetti sono riapparsi in zone del territorio senza alcun tipo di confronto in più sono già stati presi d'assalto e saccheggiati». Non va meglio neanche in III Municipio dove i contenitori gialli sono tornati pochi giorni fa in 140 punti, tra strade e piazze. Anche in via Val di Lanzo il cassonetto è stato vandalizzato e gli abiti sono stati prima rovistati e poi abbandonati in strada, così come è accaduto a Ostia dove in via dei Romagnoli i contenitori non vengono svuotati da giorni e le buste piene di indumenti restano lì alla mercé di avventori occasionali.

L'Ama per riportare in auge il servizio, ha bandito tre gare: la prima per l'acquisto dei contenitori, la seconda per l'individuazione delle imprese private che saranno pagate dall'azienda municipalizzata per lo svuotamento dei cassoni e la terza necessaria per scegliere i soggetti a cui saranno consegnati i materiali raccolti. Rispetto al passato gli abiti buttati nei cassonetti non saranno destinati alla beneficenza. Gli indumenti meno rovinati saranno rivenduti, quelli consumati saranno destinati al «recupero della materia» isolando pellami, filati e imbottiture mentre per gli indumenti scadenti è stata tracciata la strada dello smaltimento in impianti autorizzati. Ma il meccanismo virtuoso sembra già esserci inceppato.
 
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