Roma, asili, ecco la stangata: arrivano le maxi-rate con i bollettini scaduti

Roma, asili, ecco la stangata: arrivano le maxi-rate con i bollettini scaduti
di Fabio Rossi
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Martedì 13 Marzo 2018, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 18:02
La stangata, tanto attesa, è arrivata. Nelle ultime settimane migliaia di famiglie romane si sono viste recapitare a casa i bollettini arretrati per il pagamento delle rette, da settembre scorso in poi, per asili nido, mense e trasporto scolastico. Gli avvisi di pagamento, peraltro, sono già scaduti: quelli relativi al mese di settembre andavano pagati entro il 30 agosto, e così via.
Chi non ha provveduto a saldare in altro modo - informandosi autonomamente e utilizzando, per esempio, il pagamento online - ha trovato nella cassetta della posta un'amara sorpresa, con arretrati di diverse centinaia di euro (per le mense) o addirittura tra i mille e i duemila (per le rette dei nidi comunali). Un vero e proprio salasso che, seppur assolutamente legittimo e in parte dovuto agli stessi genitori degli allievi delle scuole comunali (che avrebbero potuto trovare altre soluzioni) è difficilmente digeribile per i bilanci di molte famiglie.

LA RIVOLUZIONE
Ma a cosa è dovuto questo disservizio? Il Campidoglio - per cui questa voce di entrate vale circa 10 milioni di euro l'anno - si è posto l'obiettivo di informatizzare i pagamenti, per risparmiare soldi e snellire un lavoro burocratico molto farraginoso, che recentemente ha lasciato diverse falle aperte, sotto forma di rette non pagate e mai recuperate a causa di un sistema di riscossione macchinoso e poco efficiente.
In effetti è attualmente possibile utilizzare il sito di Roma Capitale, pagando con carta di credito o con i servizi di home banking o stampando i bollettini da utilizzare agli sportelli postali, ai bancomat o nelle ricevitorie del circuito Sisal. E in alcune scuole comunali, in autunno, sono stati affissi avvisi in cui si caldeggiava questo tipo di scelta, avvisando che «l'amministrazione non invierà più i bollettini a domicilio».

L'EQUIVOCO
Ma l'apertura dei canali di pagamento informatici non esclude tassativamente, almeno per ora, le modalità classiche. Tanto che sullo stesso sito web del Comune, tra i metodi utilizzabili per saldare le rette, si inserisce ancora al primo posto i «bollettini di conto corrente recapitati direttamente all'utente all'indirizzo di residenza».
Legittimo, quindi, che famiglie meno avvezze all'informatica, sprovviste di carta di credito o semplicemente poco propense a variare i metodi di pagamento tradizionali, abbiano atteso l'arrivo degli avvisi di pagamento. I quali, peraltro, risultano ufficialmente inviati a novembre, ma sono arrivati a destinazione solo nel 2018. A essere interessate sono soprattutto le circa ventimila famiglie che hanno figli iscritti ai nidi, con rette anche superiori ai 400 euro al mese.

I PRECEDENTI
Nell'anno scolastico 2016/17 il disagio, analogo, fu imputato al passaggio di consegne tra l'azienda che negli anni precedenti consegnava i bollettini a casa e la vincitrice del nuovo appalto bandito da Palazzo Senatorio: in quel caso la giunta capitolina aveva dovuto sottrarre 5 milioni di euro dall'assestamento di bilancio autunnale, proprio a causa dei mancati incassi delle rette di nidi e mense. Ma quest'anno la situazione non è affatto migliorata.
Gli uffici comunali assicurano che nessuno sarà sanzionato per eventuali ritardi sui pagamenti, con la deadline per mettersi completamente in regola fissata per il mese di giugno. Ma la rassicurazione, in questo caso, suona come una beffa.
 
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