Roma, tragedia in ascensore: «A rischio tre impianti su quattro»

Roma, tragedia in ascensore: «A rischio tre impianti su quattro»
di Valeria Arnaldi
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Giovedì 31 Maggio 2018, 09:12
Sono tre su quattro gli ascensori che non sono dotati di moderne tecnologie di sicurezza. E la maggior parte degli impianti ha circa cinquant'anni, con ciò che può comportare in termini di usura. Se è vero che alcuni sono stati ammodernati, lo è pure che la maggior parte è priva degli ultimi adeguamenti previsti. Non solo. Gli interventi di manutenzione o sostituzione, spesso, vengono ritardati rispetto alle reali necessità a causa delle spese che le amministrazioni condominiali non riescono a sostenere.

EDIFICI STORICI
«Urgente»: così definisce il tema delle condizioni degli ascensori nella Capitale, Luca Incoronato, responsabile sede nazionale Anacam-Associazione Nazionale Imprese Costruzione e Manutenzione Ascensori: «La maggior parte degli ascensori nel nostro Paese è stata installata tra gli anni Sessanta e Settanta e a Roma l'età media è ancora più alta. In molti edifici storici l'ascensore ovviamente non era previsto, è stato installato poi. L'esigenza di adeguamento c'è in tutta Italia, nella Capitale è più forte. Una buona parte degli impianti è stata ammodernata ma la maggior parte non ha effettuato importanti aggiornamenti, come la presenza in cabina del collegamento telefonico con un centro di soccorso e il dislivello tra pavimento e piano di appena due centimetri, non più venti. Non esistono dati certi sul numero di ascensori e guasti perché non esistono né un'anagrafe nazionale degli impianti, né una mappa che sarebbero invece fondamentali per sicurezza e controlli, pure delle Autorità». Solo un quarto degli ascensori, complessivamente, è moderno. Gli altri sono vecchi e la maggior parte non è stata riqualificata. «La manutenzione - prosegue - dovrebbe essere effettuata una volta al mese, secondo esigenze e caratteristiche dell'impianto. Negli ultimi tempi, in parte per la crisi, i controlli tendono ad essere eseguiti una volta ogni due o tre mesi. Ogni sei mesi, il manutentore ha l'obbligo di effettuare le prove di sicurezza e di annotare le verifiche sul libretto dell'ascensore. Ci sono poi i controlli biennali eseguiti da ingegneri di enti terzi, che riportano su verbale eventuali segnalazioni e prescrizioni. Quando le situazioni sono particolarmente rischiose gli impianti vengono bloccati fino a quando non vengono ultimati i lavori». Ed eseguire gli interventi, anche quando sono urgenti, non è affatto scontato. «Spesso capita che si segnali la necessità di una sostituzione, ma che l'indicazione venga lasciata nel cassetto dall'amministratore del condominio per mancanza di risorse - racconta Marco Pollicelli, titolare di Kos Ascensori - nei condomini diventa sempre più difficoltoso fare lavori. I controlli degli enti terzi riguardano, anche l'operato degli amministratori».

IL BLOCCO
L'assenza degli ascensori al piano, con la porta che si apre comunque, è un caso decisamente raro, secondo gli esperti. «Si può verificare se si rompono il freno o l'argano - spiega Piero di Ascensori Mazzarda - in quei casi, l'ascensore arrivando al piano, sgancia il blocco della porta, ma poi prosegue la corsa. Se, come spesso accade, si attende tenendo la mano sulla maniglia, tirandola, la porta si può aprire. Praticamente nessuno guarda prima di entrare nella cabina. Proprio per questo è stato introdotto l'obbligo dell'illuminazione interna».
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