Rogo a Pomezia, l'Arpa: qualità dell'aria nei limiti

Rogo a Pomezia, l'Arpa: qualità dell'aria nei limiti
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Sabato 6 Maggio 2017, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 15:35

Non emergono superamenti dei limiti imposti per la qualità dell'aria dai dati raccolti dalla rete di monitoraggio dell'Arpa Lazio. È quanto fa sapere la stessa Arpa in una nota diffusa dalla Regione in riferimento all'incendio sviluppatosi ieri mattina presso l'impianto di trattamento rifiuti della Eco X di Pomezia, comune a sud di Roma. «Durante le operazioni di validazione dei dati della rete di monitoraggio della qualità dell'aria - fa sapere Arpa Lazio - sono state analizzate con particolare attenzione le concentrazioni misurate presso le stazioni Ciampino, Cinecittà e Fermi, più prossime al sito interessato all'incendio anche in considerazione della direzione dei venti prevalenti nella giornata. Oltre a queste stazioni sono stati considerati anche i dati rilevati dal mezzo mobile, posizionato nel centro abitato di Albano Laziale. Dall'analisi dei dati non emergono superamenti dei limiti imposti per la qualità dell'aria ambiente dalla normativa vigente».




«Sono inoltre stati analizzati i dati di concentrazione media oraria rilevati dalle medesime postazioni di misura - prosegue ancora la nota, firmata dal direttore di Sezione Sergio Ceradini - Anche quest'ultimi non hanno evidenziato picchi di concentrazione di ossidi di azoto (NOx), di polveri e di benzene. I dati sono in linea con quelli misurati nelle giornate precedenti a quella dell'incendio e coerenti con quelli misurati normalmente in questo periodo dell'anno.

Nella giornata di venerdì 5 Arpalazio ha provveduto ad installare dei campionatori attivi e passivi nelle immediate vicinanze del sito dell'evento». «I risultati del monitoraggio con questi campionatori verranno resi disponibili a tutte le autorità competenti, non appena verranno completate le determinazioni analitiche di laboratorio, che richiedono alcuni giorni», prosegue Arpa, che fa anche sapere «che è in corso l'elaborazione di una simulazione modellistica dell'evento al fine di valutare le aree di potenziale massima ricaduta degli inquinanti prodotti dall'incendio, sulla base della quale verranno successivamente effettuati campionamenti delle altre matrici ambientali ed alimentari interessate».

 

 

Ci sono ancora tre punti di fuoco nello stabilimento «Eco X» distrutto dalle fiamme da un incendio ieri mattina. Lo ha detto il funzionario dei Vigili del fuoco di Roma, che sta coordinando le operazioni, Simone Batazzi. «La situazione è ancora in corso - ha spiegato - stiamo lavorando con quattro squadre e dieci autobotti, comprese quelle della Regione Lazio. C'è stato un netto miglioramento ma le operazioni di 'smassamentò proseguono. Stiamo cercando di creare una viabilità interna allo stabilimento e contemporaneamente cerchiamo di raffreddare i materiali bruciati». I rifiuti, ha sottolineato, sono per lo più plastica, ferro e materiale edilizio.

«C'è un cumulo enorme di rifiuti - ha aggiunto - tra i due capannoni che stiamo cercando di spegnere». Le operazioni di spegnimento dureranno per tutto il giorno ed anche stanotte. I Vigili del fuoco non potranno cominciare probabilmente prima di domani le operazioni di polizia giudiziaria per accertare le cause del rogo. Oggi non potranno nemmeno essere compiuti i rilievi per accertare se nello stabilimento è presente amianto, questo perché sono ancora accesi i tre focolai.

«L'amianto ci potrebbe essere, non possiamo escluderlo. Stiamo verificando e presto faremo le campionature». Lo ha detto il comandante dei Vigili del fuoco di Roma e provincia, Marco Ghimenti, che nella tarda mattinata ha fatto un sopralluogo allo stabilimento Eco X, in fiamme da ieri, insieme ai carabinieri del Noe che hanno fatto i primi rilievi, anche fotografici. «Si tratta di un incendio abbastanza complesso - ha spiegato il comandante - perché i rifiuti sono compattati e ci sono colonne alte 5-6 metri che bisogna 'smassarè». Il comandante ha poi precisato che sono arrivate alcune telefonate da parte di cittadini romani soprattutto per chiedere informazioni ed ha escluso che ci siano state chiamate per situazioni critiche.

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