Roma, all'Ara Pacis doccia anti-caldo: l'ultimo sfregio al decoro

Roma, all'Ara Pacis doccia anti-caldo: l'ultimo sfregio al decoro
di Laura Bogliolo
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Lunedì 12 Giugno 2017, 07:45 - Ultimo aggiornamento: 10:52

Il malcostume che all'estero sarebbe punito severamente, a Roma diventa consuetudine, perpetrata nell'indifferenza più totale verso il decoro, offendendo la dignità della Capitale. Un'abitudine che appare irrinunciabile se alimentata dall'assenza cronica di controlli. Usare le fontane storiche come piscine e lavapiedi (ieri la vittima è stata l'Ara Pacis), beauty farm e saloni a cielo aperto per hair stylist improvvisati (lavate di testa a piazza del Popolo e alla Barcaccia dove galleggiava un piccione sbranato). Il malcostume che appartiene allo spettro del vandalismo, continua a colpire Roma, culla, anima e cuore dell'arte, una città che ancora aspetta un giro di vite sul decoro per tutelare i monumenti.

BOOK FOTOGRAFICI
Niente polizia turistica (come annunciato), nessuna ordinanza anti-vandali, quella che il Campidoglio sta pensando al fine di sollecitare le cosiddette best practice, le linee guide che i turisti dovrebbero seguire. Chissà se l'archistar Meyer aveva pensato alla possibilità di far pagare il biglietto per l'accesso alla fontana dell'Ara Pacis usata anche ieri come piscina e lavapiedi. Gruppi di turisti, anche a torso nudo, hanno invaso la vasca, passeggiato all'interno, si sono fatti la doccia sotto gli zampilli. Nulla ormai riporta alla mente il porto di Ripetta, l'idea che ha ispirato la realizzazione della fontana.
A controllare nessuna divisa, né vigili né forze dell'ordine, tanto che i crocieristi dell'Ara Pacis hanno avuto tempo di ideare pose artistiche e realizzare book fotografici. Selfie in costume, magliette strizzate, pettorali da mostrare e il muretto del complesso monumentale usato come sdraio. La narrazione egemonica imposta dai social dove scorrono le foto dei barbari delle fontane, contribuisce a diffondere una pericolosa metafora in scatti, ossia l'idea che a Roma tutto si possa fare.

L'ORDINANZA
La Fontana dei Leoni in piazza del Popolo, oltraggiata più volte da tifosi e vandali, si è trasformata in un salone di hair stylist dove turisti (ma anche romani) hanno immerso la testa, lavato il volto, rinfrescato altre parti del corpo. C'è stato tempo ovviamente anche di sciacquare bottiglie e riempirle. Anche i nasoni sono stati presi d'assalto per docce neanche tanto veloci. Le doccette estive sono andate in scena anche sulla Barcaccia, anche se i turisti sono stati scoraggiati da un'immagine horror. Il resto di un piccione sbranato galleggiava nella vasca, accanto a lui un uccello intento a pasteggiare. Scende di degrado e di abbandono da far rabbrividire.
In Campidoglio è stata stilata la lista di venti monumenti da tutelare: si pensa a un'ordinanza per imporre una stretta sul decoro con multe da 120 euro per chi si siede sui bordi delle fontane, l'ipotesi di contingentare l'entrata a piazza di Trevi, far pagare l'accesso al Pantheon. Una bozza opera della Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali, dei vigili e del delegato alla Sicurezza del Comune, Marco Cardilli. Ieri intanto di sicuro c'era soltanto l'oltraggio alle fontane di Roma.