Degli annunci presenti su Airbnb.it: 21.816 (64,77%) erano riferiti ad interi appartamenti; 23.218 (68,94%) disponibili per più di sei mesi; 21.329 (63,33%) gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio. «Dati inequivocabili, che non possono che riportare l'attenzione sulle 4 grandi bugie della cosiddetta sharing economy - afferma Federalberghi Roma - non è vero che si tratta di forme integrative del reddito, sono attività economiche a tutti gli effetti, che molto spesso fanno capo ad inserzionisti che gestiscono più alloggi; non è vero che si condivide l'esperienza con il titolare: la maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all'affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno; non è vero che si tratta di attività occasionali: la maggior parte degli annunci si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all'anno; non è vero che le nuove formule compensano la mancanza di offerta: gli alloggi presenti su Airbnb sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali».
«La conseguenza - sottolinea il Presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli - è un doppio inganno perpetrato nei confronti del consumatore: viene tradita la promessa di vivere un'esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a sua tutela, a quella dei lavoratori, della collettività e del mercato.
Viene inoltre drammaticamente alla luce un problema di evasione fiscale e concorrenza sleale, che si traduce in danno sia per le imprese turistiche tradizionali che per coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza. È ormai necessaria l'istituzione di un registro nazionale degli alloggi turistici e l'adozione di misure che pongano un argine allo spopolamento dei centri storici». L'indagine di Federalberghi che ha censito gli alloggi disponibili sul portale Airbnb.it è stata posta a disposizione delle autorità affinché svolgano gli opportuni controlli.
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