Alberi crollati, flop gare: bandi fermi, metà dei fondi mai spesi

Alberi crollati, flop gare: bandi fermi, metà dei fondi mai spesi
di Fabio Rossi
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Sabato 3 Novembre 2018, 09:32
Appalti fermi per la difficoltà a formare le commissioni aggiudicatrici, lavori urgenti assegnati con gare semplificate o procedure negoziate senza bando, pochi fondi spesi rispetto a quelli (già non eccezionali) disponibili. E come risultato, una situazione sempre più difficile per il verde pubblico romano: tra alberi che cadono a ogni ondata di maltempo, ville storiche e parchi assediati dal degrado, erba incolta quasi a ogni angolo di strada, aree giochi spesso impraticabili per i bambini. È un quadro a tinte fosche quello che emerge da un rapporto di Confartigianato Imprese di Roma - su tutte le gare bandite dal Campidoglio in questo settore negli ultimi due anni tra dipartimento ambiente, centrale unica e Municipi - commissionato allo studio legale AdLaw.

I DATI
All'occhio balzano immediatamente i due grandi appalti bloccati, quelli che dovrebbero assicurare una reale - e programmata - manutenzione del verde cittadino. In primis quello che riguarda il «servizio per interventi di manutenzione delle alberature»: una procedura aperta dal valore di 4.085.060 euro, è stato bandito ad aprile del 2017. Stessa data in cui era stata lanciata la gara per i «servizi di manutenzione del verde orizzontale» - ossia giardini, aiuole e altre aree simili - per un valore di 3.268.478 euro. Quasi sette milioni e mezzo fermi, insomma, da un anno e mezzo. Il motivo? «Le commissioni di gara sono bloccate perché tanti funzionari le schivano, c'è gente che si dà malata», sottolinea Mauro Mannocchi, presidente romano di Confartigianato Imprese. Una situazione che potrebbe portare anche alla nomina di un commissario ad acta, anche da parte della Regione, che porti avanti le gare principali.

LE PROCEDURE
Nel frattempo, sono state lanciate altre 42 mini-gare da qualche centinaio di migliaia di euro, di cui 35 regolarmente assegnate, per tamponare la situazione soprattutto nelle aree verdi delle scuole e nelle altre aree pubbliche molto frequentate. Sugli alberi sono stati complessivamente appaltati lavori e servizi per 2,2 milioni. Ma nel loro parere di legittimità richiesto, la professoressa Elisa Scotti e l'avvocato Carlo Contaldi La Grotteria puntano il dito anche contro le procedure scelte, che secondo i legali presenterebbero «una serie di profili di illegittimità, con conseguente lesione degli interessi degli operatori economici del settore e dei cittadini che, a valle, ricevono l'erogazione di un servizio qualitativamente scarso». L'amministrazione capitolina «non riesce a programmare le gare d'appalto, ma programma meticolosamente l'elusione delle norme del codice degli appalti - attacca Mannocchi - Il crollo degli alberi non può essere addebitato solo al maltempo, ma anche all'incuria e alla mancanza di manutenzione da almeno tre anni. Oltre a una schedatura delle piante che non ha alcun valore».
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