Roma, abusi su una paziente depressa: conannato a 3 anni lo psichiatra

Abusi su una paziente: 3 anni allo psichiatra
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Sabato 15 Settembre 2018, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 11:27
LA SENTENZA
«Non so che farei per darti un bacio». L'abbraccio è arrivato alle spalle, all'improvviso e si è soffermato all'altezza del seno. Lui psichiatra di grido, noto anche in ambito universitario; lei, la vittima, una paziente in piena depressione. L'approccio focoso su una cinquantenne già sconfortata dai problemi della vita è costata ieri a A.R., un noto psicopatologo romano la condanna a tre anni di carcere con l'accusa di violenza sessuale. Pena accessoria, inflitta dai giudici di piazzale Clodio, la sospensione per lo stesso periodo dalla professione. E contestuale segnalazione all'ordine dei medici. Dal processo è emerso che quel rapidissimo palpeggiamento, messo in atto nel maggio 2015 a conclusione di una seduta, avrebbe gettato nello sconforto la paziente, ricaduta in depressione in seguito a un recente lutto. La donna, infatti, in lacrime ha raccontato la molestia subita alla sorella e poi si è sfogata anche col nuovo psichiatra, poi invitato a testimoniare in aula.
IL TESTIMONE
«Mi ha raccontato con forte disagio l'episodio», ha spiegato il testimone indiretto, «era molto turbata». Visto il ruolo dell'imputato, uno psichiatra che avrebbe abusato del suo ruolo e della fragilità della vittima, per di più sua paziente, il pm Vittorio Pilla, aveva chiesto cinque anni di carcere. I giudici della quinta sezione penale invece hanno riconosciuto la forma attenuata del reato, vista la rapidità dell'azione ma anche l'astensione a riproporla. La giustificazione fornita dal medico nella fase preliminare delle indagini, d'altra parte, non ha convinto i giudici: «Un palpeggiamento? Era solo un abbraccio», ha spiegato. «Mi è capitato di abbracciare i pazienti. Un conforto». L'aggancio inopportuno, che si è chiuso con la resistenza della vittima, praticamente fuggita via, secondo la ricostrizone del pm d'indagine Cristiana Macchiusi, si sarebbe verificato in una clinica convenzionata sulla Nomentana dove lo psichiatra all'epoca prestava servizio. «Quello strano comportamento si è rivelato dopo tre o quattro mesi di sedute», ha spiegato la paziente ascoltata in aula, «È stato del tutto inaspettato. Non ho più rimesso piede nello studio». La donna, però, si è limitata a sporgere la denuncia, senza costituirsi parte civile nel processo.
I PRECEDENTI
Sono diversi i medici che di recente sono finiti a processo per avance alle pazienti. L'ultima condanna, per la precisione a tre anni e mezzo di carcere, è stata inflitta a un fisioterapista erotomane. Che per curare il tallone di una manager l'avrebbe convinta man mano, in tre sedute, non solo a togliere il calzino, e il pantalone, ma anche gli slip. Quando poi le sue mani invadenti sono scivolate sul seno e oltre per la paziente in cura presso il Centro di Fisioterapia dell'ospedale Idi è scattato l'allarme rosso, la paura. Nel caso a pesare sull'imputato la testimonianza in aula di altre pazienti, rintracciate dalla Mobile, che hanno confermato il modus operandi del fisioterapista. Di recente è finito a processo anche un oculista con studio a Roma Nord accusato di aver baciato sulle labbra e carezzato il seno a una studentessa universitaria di 25 anni. Anche in questo caso l'approccio del camice bianco non ha sortito effetti. Una volta uscita dallo studio la paziente ha raccontato le molestie al fidanzato e alle amiche e l'indomani ha sporto denuncia.
Adelaide Pierucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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