Nel capo di imputazione il pm Francesco Dall'Olio scrive che l'agente russo «appartenente allo Svr, servizio esterno della Federazione russa», e Frederico Manuel Carvalhao Gil, appartenente ai servizi di informazione della Repubblica del Portogallo - che verrà giudicato dall'autorità giudiziaria del suo Paese-, «a scopo di spionaggio politico e militare, dopo essersi accordati per la cessione di notizie e documenti della Nato di cui è vietata la divulgazione» si sono incontrati all'interno di un ristornate nella zona di Trastevere, dove l'agente russo ha consegnato al «collega» 10 mila euro in cambio della rivelazione della notizia.
I due, però, vennero arrestati dalla polizia in esecuzione di un mandato di arresto europeo. Gli agenti segreti, secondo l'accusa, hanno compiuto «atti idonei diretti in modo non equivoco - è detto nell'atto di chiusura delle indagini - a rivelare (Carvalhao) ed ottenere (Pozdnyakov), notizie di cui l'autorità competente aveva vietato la divulgazione, non riuscendo nell'intento» per l'intervento degli agenti della Digos che «materialmente impediva lo scambio dei documenti classificati».
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