Roma, per i nomadi in arrivo corsi di bon ton condominiale

Roma, per i nomadi in arrivo corsi di bon ton condominiale
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 6 Aprile 2018, 07:49
Chissà se in queste speciali lezioni di bon ton condominiale che il Campidoglio offrirà ai rom delle baraccopoli, verrà impartita anche la massima di Giovanni Verga, che ne I Malavoglia annotava: «I vicini devono fare come le tegole del tetto, a darsi l'acqua l'un l'altro». Certo è che tra i progetti che l'amministrazione della Capitale mette a disposizione dei nomadi che apporranno la firma sul patto di responsabilità col Comune - cioè la promessa di uscire dai campi entro il 2021, con l'affitto pagato dal Campidoglio per un paio d'anni - c'è anche questo: «L'orientamento nella relazione con i condomini e/o vicini di casa», così si legge nell'elenco degli «strumenti di intervento di Roma Capitale», pagati con i fondi dell'Unione europea.

Non è chiaro come si articoleranno queste particolari sedute di indottrinamento: ci saranno simulazioni dal vivo di una bellicosa assemblea condominiale-tipo? Qualcuno mostrerà come scampanellare, senza troppo impeto, per chiedere al dirimpettaio il sale o lo zucchero finito dalla dispensa? Sarà spiegato che l'atto dell'innaffio, con sgocciolamento da un balcone all'altro, può far deflagrare guerriglie viperine difficilmente sanabili? Interrogativi ancora senza risposta.
Per i rom sotto sfratto, in ogni caso, sono previsti anche «corsi di economia domestica», insomma «operatori specializzati» aiuteranno gli abitanti dei fatiscenti villaggi della solidarietà a districarsi con le bollette di luce, gas, acqua e altri servizi.

SPECIALISTI E MEDIATORI
Se poi le cose andassero male, il Campidoglio è pronto a mettere in campo specialisti per la «mediazione del conflitto», con tanto di «formazione specifica per la risoluzione di crisi e conflittualità, nelle nuove realtà che prevedano la presenza di mutuate condizioni di vicinato».
In realtà il principale intoppo del piano rom, varato dalla giunta grillina ormai un anno fa, è che quasi tutta la strategia poggia sulla formula del «contributo per l'affitto», cioè l'impegno dell'amministrazione a sborsare fino a 800 euro al mese per i rom a basso reddito, pur di convincerli a traslocare dalle baracche agli appartamenti. Appartamenti che, però, non si trovano - e qui cominciano i problemi - perché sono pochissimi i proprietari che accettano di assegnare i propri alloggi a chi viene dai campi, perfino con la garanzia firmata dal Comune.

I MENTAL COACH
Probabilmente servirà altro rispetto al «supporto motivazionale» che il Comune vuole offrire «alle famiglie nella ricerca autonoma di soluzioni abitative». Pensare che nel vecchio bando si parlava addirittura della possibilità di ingaggiare «mentoring e personal coaches» per motivare i rom a trovare un lavoro o ad aprire una piccola impresa. La motivazione è tutto, come si dice, ma forse da sola non basta.
 
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