Roma, Il maxi-blitz a Castel Romano: ma i rom pericolosi sono spariti

Roma, Il maxi-blitz a Castel Romano: ma i rom pericolosi sono spariti
di Alessia Marani
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Mercoledì 1 Agosto 2018, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 17:08

Spariti, inghiottiti nel nulla, qualcuno ha traslocato nell'accampamento di via della Chimica ad Aprilia, ma all'appello mancano quasi 800 rom, potenzialmente pericolosi, che fino a ieri avevano la residenza nel campo nomadi di Castel Romano, sulla Pontina. Fino a ieri, appunto, quando all'alba almeno 120 agenti tra Polizia e Vigili urbani, coordinati dal Commissariato Spinaceto, con l'ausilio degli elicotteri, delle unità cinofile, degli specialisti della Stradale, dell'anticrimine, della Mobile, della Scientifica e del nucleo Spe (Sicurezza pubblica emergenziale) dei caschi bianchi, sono entrati nel campo a caccia di armi e droga (non trovati), passando al setaccio moduli e veicoli (6 quelli sequestrati e 35 quelli contravvenzionati su 44), portando a termine un nuovo censimento rispetto all'ultimo ufficiale del 2016, quando gli ospiti registrati erano 1200, ossia tre volte tanto. Ieri ne sono stati realmente trovati poco più di 400. Residenze fittizie, dunque, con inquilini, molti con precedenti, finiti chissà dove. Sul blitz a Castel Romano ieri sera è intervenuto il ministro dell'Interno Matteo Salvini: «La zona è tristemente nota anche per continui lanci di pietre contro gli automobilisti. I romani, e tutti gli italiani, chiedono da anni legalità, ordine e rispetto! Dalle parole ai fatti», ha scritto in un tweet.

LE REVOCHE
La lista degli assenti sarà consegnata al Dipartimento capitolino alle Politiche sociali per procedere, intanto, alla revoca delle assegnazioni, così come, dopo il blitz di lunedì della Polizia locale su mandato della Procura al campo di via di Salone, il Comune dovrà valutare il ritiro della concessione dei moduli ai rom accusati di avere smaltito illegalmente tonnellate di rifiuti speciali. Chi ha violato il patto di legalità sottinteso con il Campidoglio al momento della consegna delle unità abitative, perderà il diritto a restare nei campi. È questa la nuova linea tracciata: verifiche incrociate per alleggerire gli insediamenti senza, o prima, di eventuali sgomberi. Venticinque i nomadi agli arresti domiciliari controllati; gli agenti non hanno però trovato a casa un minore ricercato dalla magistratura e altri due sono stati rintracciati altrove. Avviate anche le procedure di bonifica del cimitero delle auto rubate e bruciate ai margini del campo. Il numero degli ospiti del villaggio della solidarietà sulla Pontina, che si riteneva il più grande d'Europa all'epoca di Buzzi & Co., si sgonfia. Ma che fine hanno fatto i rom scomparsi sulla carta? Circa 250 minori, per esempio, risultavano iscritti all'anno scolastico 2017-2018, ma ieri nella baraccopoli ne erano presenti solo un centinaio. Una costola dell'accampamento avrebbe fatto le valigie dopo la raffica di incendi che tra il 2014 e il 2015 polverizzò decine di container dati alle fiamme nella continua faida familiare tra etnie diverse. Nel campo suddiviso in quattro settori M, D, K (dalle iniziali dei capostipiti) e 4, negli anni, si scatena la guerriglia: macedoni, bosniaci, sinti, gli uni contro gli altri. Il sospetto, però, è che in ballo ci siano ben altro: furti, rapine, droga, la raccolta del rame e del ferro, terreno su cui si gioca il delicato equilibrio tra le diverse bande criminali, pericolose e ora stanziate chissà dove. Man mano che il campo si spopola, però, i dati non vengono aggiornati. Durante dei sopralluoghi per investigare su una serie die reati - il caso degli automobilisti bersagliati da sassi sulla Pontina, costretti a fermarsi e poi rapinati ormai fa scuola - i poliziotti di Spinaceto si rendono conto che il numero degli abitanti del villaggio si è assottigliato. Ieri il maxi-controllo congiunto con la Polizia locale. Contemporaneamente un «servizio straordinario ad alto impatto», come viene ribattezzato dalla Questura, è stato svolto al campo della Monachina: 90 le persone e 31 i veicoli controllati.

Mentre i carabinieri di Tor de' Cenci hanno arrestato due rom si 15 e 16 anni domiciliati a Castel Romano perché responsabili di una rapina ai danni di una ragazza di 16 anni a bordo del bus della Cotral: la ragazzina a giugno venne colpita con un pugno e derubata del cellulare. «Finalmente - afferma Marco Milani, coordinatore romano Ugl polizia locale - diamo atto al Comando e all'amministrazione di essere riusciti a cambiare l'approccio ai controlli in questi insediamenti divenuti enclave di illegalità, dove prima i vigili erano costretti a operare in condizioni precarie di sicurezza».

RIVER E PROTESTE
Intanto, dopo lo sgombero del Camping River sulla Cassia, l'emergenza rom si sposta a Monteverde dove ieri pomeriggio un gruppo di cittadini capitanati da FdI ha dato vita a un sit-in di protesta e a una raccolta di firme contro il trasferimento di alcuni nuclei rom nella sede della Croce Rossa di via Ramazzini. Qui già in passato era stata condotta una battaglia per fare chiudere un centro per immigrati.
 

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