Rom, è caccia ai finti poveri, ma a settembre arriva il bonus casa

(Foto Ansa)
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 19 Agosto 2017, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 08:08

In pieno agosto è scattata la caccia ai finti poveri che abitano nelle baraccopoli istituzionali che il Campidoglio vuole chiudere liquidando un buono affitto ai residenti a basso reddito. Una lista di 250 nomi è stata spedita pochi giorni fa alla Guardia di Finanza dalla Polizia locale di Roma. Sono i primi residenti dei campi rom su cui si concentreranno le indagini patrimoniali delle Fiamme Gialle. È la fase due del Piano nomadi varato dalla giunta Raggi, quella più delicata, perché va capito chi ha diritto all'assistenza comunale chi invece non ha titoli per incassare l'assegno mensile da 800 euro ipotizzato dai Cinquestelle. I tempi sono stretti: entro il 30 settembre va smantellato il Camping River, l'insediamento sulla Tiberina, periferia Nord della Capitale, che ospita 430 nomadi, come ha accertato il censimento realizzato a marzo dalla Municipale. Per questo il Campidoglio ha chiesto agli uomini della Gdf di avviare gli accertamenti sugli ospiti adulti del campo.

VERIFICHE CATASTALI
I benefit previsti dal piano Rom targato M5S non possono essere destinati a chi è proprietario di immobili in Italia e all'estero per questo saranno necessarie anche verifiche catastali così come chi risulta intestatario di «beni mobili di lusso», a partire dalle super-car che non di rado sfrecciano accanto a container e roulotte. Tagliato fuori anche chi è titolare di conti correnti con depositi superiori ai 10mila euro e anche chi ha già ricevuto un alloggio popolare. I limiti di reddito, fissati dal capitolato di gara del piano, sono di 10mila euro l'anno per ogni nucleo familiare.
Le verifiche patrimoniali dovrebbero chiudersi entro fine mese, poi il 28 agosto è in programma un vertice in Campidoglio tra i rappresentanti della Polizia locale e i dirigenti del dipartimento Politiche sociali per definire i tempi di chiusura della baraccopoli di via della Tenuta Piccirilli, incastonata tra Settebagni e il cimitero Flaminio, nata dopo lo smembramento del campo abusivo più grande d'Europa, il Casilino 900.

I TEMPI
Altri rinvii non sono praticabili. L'ultima mini-proroga, varata all'inizio di luglio, ha fissato per il 30 settembre la chiusura definitiva del campo. E la scadenza va rispettata, anche perché l'insediamento è già finito sotto la lente dell'Autorità Anticorruzione.

La fiche che il Campidoglio è pronto a giocarsi per convincere i residenti a traslocare senza troppe proteste è il «contributo economico per il sostegno dell'inclusione abitativa». Il cosiddetto buono affitto destinato ai rom che vivono in «nuclei familiari in condizioni di fragilità».

DEPOSITO CAUZIONALE
Il bando collegato al piano nomadi prevede l'erogazione, per un massimo di due anni, «di una somma mensile massima di 800 euro» per famiglia. Il bonus servirà al «pagamento di una parte del canone di locazione», che dovrà comunque essere «regolarmente stipulato e prodotto dallo stesso beneficiario» del contributo; aiuterà i rom anche a pagare le rate di condominio e bollette varie, come i cedolini «per le utenze elettriche, idriche, gas» e per saldare la tassa sui rifiuti. Per convincere i proprietari degli immobili a cedere in locazione gli appartamenti, il Comune è disponibile anche a sborsare una somma una tantum per il deposito cauzionale.

I FONDI
Per finanziare il piano rom il Campidoglio ha messo sul piatto 3,8 milioni di euro, quasi tutti fondi dell'Unione Europea. Lo smantellamento del Camping River servirà come banco di prova per gli altri due insediamenti inseriti nell'operazione: i campi della Monachina e della Barbuta, che dovrebbero chiudere entro dicembre del 2018.

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