Roma, Montanari: così bonifichiamo la bomba di Malagrotta

Roma, Montanari: così bonifichiamo la bomba di Malagrotta
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 13 Luglio 2017, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 08:24
Cosa sta succedendo a Malagrotta? Perché la bonifica e il capping stanno andando a rilento, a quattro anni dalla chiusura della discarica, tanto che l'Unione europea ha aperto una procedura d'investigazione? «Calma - replica l'assessore alla Sostenibilità ambientale, Pinuccia Montanari - il procedimento di bonifica è tutt'altro che al palo, sta andando avanti. Discorso differente quello del capping, che però dipende dalla Regione».

I PASSAGGI
Allora cerchiamo di sezionare la vicenda che influisce sulla vita di decine di migliaia di cittadini, vale a dire gli abitanti di Valle Galeria. Montanari: «Prima di tutto, occorre distinguere tra il procedimento di bonifica delle acque di falda circostanti l'impianto, tema per cui è amministrativamente competente il Comune per delega regionale, e le problematiche relative alla mancata realizzazione della copertura (capping) ed all'insufficiente asportazione del percolato e del biogas, temi per cui è competente la Regione e su cui si sono incentrati i rilievi dei Noe (fuoriuscite di percolato e di biogas dall'impianto)». Malagrotta, va sempre ricordato, ha funzionato per quarant'anni, con una estensione di 240 ettari. Per decenni, fino a quando l'Unione europea non intervenne, vi sono stati portati rifiuti tal quali, neppure pre trattati (oggi non si può fare). Ecco, ma cosa si sta facendo per la messa in sicurezza? I cittadini di Valle Galeria sono molto preoccupati. «Guardi, il procedimento di bonifica è tutt'altro che al palo. Anche grazie ad una fattiva collaborazione tra i cittadini della zona e l'amministrazione comunale nell'ambito del contenzioso tra il Comune ed il gestore, che ha portato a una sentenza del Consiglio di Stato (la 533 del 2015), Roma Capitale ha di recente approvato il nuovo Piano di Caratterizzazione dell'intorno della discarica (quello precedente, approvato dal Commissario regionale, era insufficiente)». Cosa significa in termini pratici? La Montanari assicura che si sta seguendo «assiduamente» il gestore (vale a dire EGiovi, gruppo Cerroni), che ci si avvale anche dei controlli di Arpa (agenzia regionale per l'ambiente). «Lo sollecitiamo con continuità - aggiunge - affinché realizzi tutte le misure di messa in sicurezza della falda necessarie ad evitare la diffusione della contaminazione al di fuori dell'impianto (misure che dopo anni il gestore ha finalmente di recente attivato). Il procedimento di bonifica è chiaramente graduale, vista l'entità del problema, ma questo è quanto compete al Comune nell'ambito delle deleghe ricevute dalla Regione. Mai si sono fatti tanti passi in avanti, per la messa in sicurezza della falda acquifera, come negli ultimi due anni».

COPERTURA
Mentre si lavora per evitare che il percolato (vale a dire il liquido prodotto dai rifiuti) inquini, perché è ancora fermo il capping (la copertura)? «Ma queste sono competenze regionali e di questo si occupa l'Unione europea. E' la Regione che deve assicurare che il gestore rispetti e ponga in essere tutto quanto previsto dal decreto legislativo 36/2003 (tra cui: realizzazione della copertura-capping, estrazione del percolato, realizzazione impianto di trattamento del percolato su cui i cittadini non hanno problemi, estrazione del biogas, attuazione del piano di sorveglianza e controllo) prestando le dovute garanzie finanziarie. Ecco, quando si parla di fuoriuscite di percolato e biogas è sbagliatissimo dire che dovrebbe essere Roma Capitale a intervenire, è la Regione che dovrebbe farlo». Va precisato che da quanto risulta al Messaggero, dopo che una prima versione del piano di capping presentata da EGiovi fu respinta (prevedeva l'uso della frazione organica stabilizzata per la copertura della discarica) in queste ore la conferenza di servizi in Regione si è conclusa. E dunque dovrebbe arrivare il via libera al piano per il capping.