Malagrotta, intercettazioni choc: «Camuffate quei liquidi tossici»

Manlio Cerroni
di Valentina Errante
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Sabato 28 Luglio 2018, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 08:11

A finire sotto accusa, oltre a Manlio Cerroni e Francesco Rando, sono i responsabili degli impianti Paolo e Fabio Stella e Fabrizio Ludovico. Le conversazioni, per gli inquirenti, lasciano pochi margini ai dubbi: tutti si attivavano per nascondere la tracimazione delle acque pericolose dagli impianti, buttavano acqua pulita, o anche brecciolino, in modo da nascondere ai carabinieri lo stato delle cose. Ma emerge anche un altro dato: a dare gli ordini era sempre e soltanto lui, il ras delle discariche. Le contestazione riguardano pure il fatto che le analisi, eseguite dai consulenti del gruppo, che classificavano come pericolosi gli scoli vengono respinte al mittente e corrette. L'Arpa, intanto, nei reflui individuava cadmo e zinco, sostanze che facevano cambiare la classificazione dei rifiuti, rendendoli speciali.

DOVE BUTTO L'ACQUA?
È il gennaio del 2017 quando un operaio chiede al telefono al capo impianto del Tmb come risolvere il problema delle tracimazioni. «Stamo a svotà qui l'acqua nera a quei bacini nei canaletti che sono pieni tutti e due...ma io quest'acqua dova la vado a buttà?». Il capo impianto gli risponde che deve chiederlo a Ludovico, che sta arrivando e risolveranno il problema.

Sempre a gennaio è Cerroni a parlare con Paolo Stella. Il Tg3 ha appena fatto un servizio sulla situazione in via degli oleodotti dove si riversa un rigagnolo proveniente dalla discarica. Le verifiche dei tecnici dell'Arpa sono arrivate subito dopo. Una circostanza che è costata una contestazione disciplinare a due dipendenti. Dice Cerroni: «Perché non li riporti là.. a fargli vedere un giro, magari in macchina.. magari in via degli Oleodotti». Il responsabile dell'impianto risponde: «Domani mattina loro vengono alle 10, prima faccio un giro». E Cerroni: «Insomma fai vedere la pulizia che cosa ha comportato, no?». E aggiunge: «La negligenza di questi che puniremo, che ci voleva a tenere le cose in ordine? Con qualche botte d'acqua ti fai scolare quella roba, no?».

I NAS
Il 10 gennaio 2017 è Carlo Barbetta, responsabile dell'impianto Tmb M2 che intercettato dice: «Ho chiamato Ludovico, gli è arrivata la lettera di richiamo. Ci sono le cisterne che tracimano, stiamo andando a mettere una palata di roba, perché butta fuori, butta fuori il percolato e viene il Noe alle 10,30. Per fortuna che ho levato le balle da dietro, perché vanno là dietro». Per la procura il sospetto è che queste tecniche siano sempre state messe in atto nella gestione degli impianti. Il sospetto nasce da una conversazione tra un dipendente, Sergio Mei e un ex collega che lavorava per le società. «L'ex dipendente - si legge negli atti - senza che Mei avesse ancora fatto cenno alle operazioni di lavaggio della canaletta scoperte dai carabinieri, chiede se hanno beccato qualcuno a buttà l'acqua». Mei risponde che hanno utilizzato acqua pulita per la canaletta «come hanno sempre fatto».

RIFIUTI SPECIALI
È una conversazione tra Ludovico e un altro dipendente a chiarire ai militari la consapevolezza della pericolosità dei rifiuti da parte dell'azienda: «Senti un po' come trattiamo adesso i rifiuti da non pericoloso a pericoloso...in conseguenza delle analisi», chiede Ludovico. E aggiunge: «Dalle nuove analisi, il percolato passa da non pericoloso a pericoloso».
 

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