Rifiuti e Mafia Capitale, i pm del caso Cerroni vogliono le carte su Buzzi

Rifiuti e Mafia Capitale, i pm del caso Cerroni vogliono le carte su Buzzi
di Sara Menafra
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Sabato 13 Giugno 2015, 06:21 - Ultimo aggiornamento: 08:44
Le carte dell'inchiesta Mafia capitale entrano nelle indagini sul gruppo Cerroni. Nei giorni scorsi, il pm Alberto Galanti, titolare del fascicolo che ha portato a giudizio per associazione a delinquere il ras della discarica di Malagrotta, ha deciso di acquisire tutti gli atti relativi agli appalti Ama toccati dalle indagini della dda, comprese le conversazioni in cui Salvatore Buzzi parla di presunti affari con lo stesso Cerroni.



PREZZI TRIPLICATI

Nelle carte di Mafia capitale sono molti i riferimenti a gare modificate in modo da favorire le coop al centro dell'inchiesta. Ad avanzare pesanti sospetti è anche Alessandro Filippi, attuale direttore generale di Ama dopo l'addio di Giovanni Fiscon (indagato con l'accusa di corruzione), sentito dalla procura come persona informata sui fatti a proposito della gara per la raccolta del Multimateriale. Secondo Filippi, a dimostrare che la gara fosse falsata fin dall'inizio è prima di tutto il prezzo base, tre volte superiore a quello di mercato: «Per esempio sul multi materiale pesante, per la provincia di Torino il valore di aggiudicazione è di 205 euro tonnellata, a fronte di una base di gara Ama che fissa tale valore da 360 euro a 590 euro/ton. Sul multi materiale leggero, appare significativa la dicotomia tra il valore Ama (900 euro tonnellata) e il valore di aggiudicazione di Prato (200 euro tonnellata) e il benchmark Federambiente, del 2012 di 300 euro tonnellata». Le anomalie, aggiunge, toccano anche altri elementi: «La gara è stata indetta in ritardo rispetto ai tempi fisiologici. Altro dato significativo è il ridotto numero dei partecipanti». La gara si chiuderà con quattro lotti assegnati a Cns, il consorzio di cooperative di cui fanno parte quelle di Buzzi, e uno ad Edera, cooperativa guidata di fatto da Franco Cancelli, d'accordo con Buzzi nel pagare tutti. Ma i contatti si susseguono frenetici prima che ci sia la gara e dopo, quando le coop coinvolte nell'inchiesta si rendono conto di aver perso un lotto e vogliono far annullare la gara per avere tutto.



8 INCENERITORI

Buzzi avrebbe anche ipotizzato di mettere in piedi un progetto di smaltimento rifiuti proprio con Cerroni. Un affare, spiega Buzzi, «da cento milioni di euro, eh!», basato sull'idea di mettere un inceneritore in ognuno dei comuni di fatto controllati dall'organizzazione: «Andiamo a vedere un impianto da 100 giga watt a Prato, in ogni comune nostro ne mettiamo uno, ne fai otto piccoli». Ad agosto del 2014 ci sarebbe stato anche un incontro con l'avvocato Cerroni. Lo racconta Salvatore Buzzi al telefono con Marco Clemenzi, presidente di una delle società accusate di aver emesso fatture false per favorire le cooperative di Mafia capitale: «Scusa se non ti ho risposto prima ero con il re dei rifiuti Cerroni. E poi ti dico, stiamo a tentà di fare delle cose ... che c'arrestano a tutti (risate)». Sempre raccontando dei possibili affari con Cerroni, Buzzi avrebbe anche sostenuto che a favorire il ras delle discariche sarebbe stato anche il prefetto Giuseppe Pecoraro che però ha già ampiamente smentito l'ipotesi. Anche Manlio Cerroni ha mandato una replica: «Preciso - si legge nel testo - di essere del tutto estraneo a qualsivoglia rapporto con i signori Buzzi e Carminati e di non aver intrapreso alcuna attività economica con gli stessi. Preciso inoltre di non aver mai erogato finanziamenti a pubblici funzionari o a uomini politici e men che meno al prefetto Pecoraro dei cui atti - poi giudicati illegittimi - ho invece subito gravissime conseguenze personali ed economiche».