Rifiuti, Fortini in Ecomafie: «Roma a rischio sicurezza igienica»

Rifiuti, Fortini in Ecomafie: «Roma a rischio sicurezza igienica»
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Mercoledì 3 Agosto 2016, 00:43
«Il ciclo integrato dei rifiuti urbani di Roma Capitale non c'è, non esiste, non è un ciclo e meno che mai è integrato. Questo è un punto di vulnerabilità molto forte alla possibilità di garantire la messa in sicurezza igienica-sanitaria e nella gestione di un comparto così importante, quello dei rifiuti, nella Capitale del nostro paese». Lo ha detto il presidente del Cda dell'Ama Daniele Fortini nel corso dell'audizione davanti alla Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.

Per quanto riguarda il botta e risposta con il nuovo assessore Muraro, «la dottoressa Paola Muraro in Ama non era semplice consulente, era una persona influente», precisa Fortini, confermando la volontà di lasciare Ama «inderogabilmente» giovedì. Fortini ricorda il «reclutamento di quattro capi impianto» da parte di Ama nel 2010: racconta che tra 10 figure candidate, selezionate da Obiettivo Lavoro su richiesta dell'ex ad Franco Panzironi, la commissione di valutazione (che si «avvale di un esperto selezionatore» poi «condannato nel processo per parentopoli») ne individua quattro. L'ultimo ad essere assunto, sottolinea il vertice Ama, «conosce Paola Muraro», con cui c'è «una consolidata amicizia riconosciuta da entrambe le parti. Si può dire caso fortuito, penso di sì assolutamente».

Ma poi aggiunge: «È elemento dirimente per l'assunzione a tempo indeterminato che la persona dichiari le vicende giudiziarie che potrebbero interessarlo», di cui, invece, per questa persona «si viene a conoscenza solo dopo l'assunzione». «Ci sono solo congetture - aggiunge -, però certamente io penso che se la dottoressa Muraro era amica di questa persona da 15 anni non poteva non sapere che aveva qualche problema giudiziario». Poi Fortini racconta un'altra vicenda, «particolarmente scabrosa perché un innocente è stato arrestato ingiustamente» per un «errore giudiziario». Il caso risale al 2008 quando «la procura di Velletri che indagava su un impianto incenerimento di rifiuti di Colleferro si accorge che lì vengono bruciati rifiuti che non dovrebbero» e «ordina arresti». Fortini parla di «una intercettazione molto grave di persone con utenza Ama» e getta ombre su un dirigente aziendale.

«Vedere che nel blitz a Rocca Cencia affianco al sindaco di Roma e all'assessore Paola Muraro l'unico dirigente dell'azienda presente era» costui «mi convince ancora di più che giovedì prossimo io inderogabilmente lascerò l'incarico», dice Fortini. Fortini torna ad avvertire: «Quando affermiamo che l'azienda può essere ancora infiltrata da fenomeni criminali, non lanciamo propaganda». Sul tema degli impianti sostiene: «Inevitabilmente se restano gli impianti Tmb come oggi sono configurati e previsti nella pianificazione regionali, come accade in qualunque parte del mondo, si avrà bisogno di discariche e inceneritori. Resta il tema delle discariche e giustamente la Regione Lazio dice a Roma Capitale 'devi trovare un sito entro settembrè».

Il tritovagliatore di Rocca Cencia per Fortini 
«è stato un imbroglio e io nel settembre del 2014 ho comunicato a Colari 'io questi soldi non ve li dò».
Su quell'impianto, ha spiegato, era stata «applicata una tariffa stabilita da loro senza gare» e giudicata dai vertici di Ama troppo alta. Fortini ha poi spiegato di aver contestato la tariffa e di aver riferito a Colari di poter riconoscere la tariffa che stabilisce Regione ma poi quando se ne è potuto fare a meno «si è fermato il conferimento e noi abbiamo provato ad accendere il nostro impianto, ma alle nostre gare non partecipava nessuno perchè forse trovavano più conveniente stringere la mano a Cerroni - ha aggiunto - Abbiamo smesso di portare i rifiuti a quei prezzi negli impianti di Cerroni e a quel punto Cerroni ha cominciato a scrivermi ogni 46 ore dicendo che Roma sarebbe stata sommersa dai rifiuti. Noi i rifiuti non glieli abbiamo dati, neanche quando ci ha detto vi faccio uno sconto. Quell'impianto è un impianto che non doveva stare lì, l'ordinanza della Polverini diceva a Cerroni di attivare i tritovagliatori dentro Malagrotta. Ma con artifici il tritovagliatore è stato costruito a Rocca Cencia, perchè se fosse stato fatto a Malagrotta avrebbe dovuto accettare la tariffa imposta dalla Regione» Fortini ha poi concluso spiegando che quell'impianto «fu costruito in epoca emergenziale perché incombeva un controllo della commissione europea che ci imponeva di dare almeno una frullata ai rifiuti. Quindi sono rimasto esterrefatto quando mi è stato intimato di usare il tritovagliatore di Rocca Cencia da un assessore».


 
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