Roma, due nuovi impianti per i rifiuti: «L'organico diventerà concime»

Roma, due nuovi impianti per i rifiuti: «L'organico diventerà concime»
di Mauro Evangelisti
4 Minuti di Lettura
Domenica 9 Luglio 2017, 11:35 - Ultimo aggiornamento: 11:53
Cinquanta milioni di euro per costruire in 24 mesi due impianti che lavoreranno ciascuno almeno 50.000 tonnellate di rifiuti organici all'anno. La giunta Raggi ha investito su questo piano buona parte della sua credibilità. L'obiettivo è dimostrare che c'è discontinuità con il passato e che la ricetta M5S è differente. E dopo qualche mese di melina ora sono anche state ufficializzate due aree in cui saranno realizzati gli impianti di compostaggio, tanto che sono già state svolte due assemblee con la cittadinanza a cui, tra qualche protesta e perplessità, è stato spiegato cosa comporta avere vicino a casa uno stabilimento che produce compost dai rifiuti. Precisazione: fino ad oggi la giunta Raggi ha parlato di tre impianti, ma il terzo è quello già esistente di Maccarese, dunque non si sta cercando una terza area.

LE ZONE
Ecco, ripartiamo dai siti: il primo è nel XV Municipio, all'estremo nord del territorio comunale di Roma, in un'area di proprietà di Ama dove era già prevista un'isola ecologica (che sarà comunque realizzata), in via della Stazione di Cesano. Siamo tra Cesano e Osteria Nuova, vicino alla zona in cui ci sono le antenne di Radio Vaticana, per molti anni contestate dalla popolazione, e dove c'è la sede dell'Enea. Proprio sottolineando questo tipo di peso che già la zona sopporta, alcuni cittadini durante l'assemblea hanno respinto la scelta dell'area. Il secondo sito invece è vicino a Casalotti, nel XIII Municipio, per l'esattezza a Casal Selce, nei pressi dell'Aurelia, dove ci sarà anche un impianto di trattamento di multimateriale leggero. Questa è una indicazione che ha sorpreso, perché siamo a sette chilometri dalla cittadella dei rifiuti di Malagrotta e l'amministrazione comunale aveva garantito che non sarebbero stati previsti nuovi impianti nelle zone in cui ne esistono altri. Formalmente, comunque, Casal Selce, si trova in un Municipio differente da quello di Malagrotta. Anche in questo caso, durante l'assemblea con i cittadini, ci sono state proteste, un gruppo di persone ad esempio ha esposto dei cartelli con scritto «no». Infine, per correttezza va ricordato che i presidenti dei Municipi coinvolti (entrambi targati M5S) hanno spiegato che la decisione definitiva sarà presa solo dopo che saranno terminate le consultazioni con la popolazione.

I NUMERI
Ma quanto costano e quanti rifiuti lavorano questi stabilimenti? In totale, ad Ama s'ipotizza un investimento di 50 milioni di euro, da trovare tramite finanziamenti delle banche. Difficile che possano esservi partner industriali per il tipo di impianto che è stato scelto. A Roma, a differenza di altre città (anche quelle governate da M5S), il programma elettorale di Virginia Raggi prevedeva una sorta di dogma: gli impianti di compostaggio possono essere solo aerobici e non anaerobici. Cosa significa? L'impianto anaerobico odiato dai grillini romani è simile a quello previsto inizialmente da Ama a Rocca Cencia (quando il sindaco era Marino) ma anche a quello in funzione a Pinerolo che pure ha una giunta pentastellata. Dai rifiuti organici produce metano e dunque se si fosse scelto quel modello sarebbe stato più semplice trovare partner industriali. Il modello aerobico voluto a Roma dai 5 Stelle («è una sorta di puntiglio irrazionale tutto romano» è l'opinione di un esperto) invece di fatto non fa altro che consentire la fermentazione dei rifiuti organici, ricavandone compost che viene utilizzato in agricoltura. Humus, insomma. Difficile che vi siano partner industriali interessati a partecipare a un investimento di questo tipo. Va anche però detto che il costo dell'impianto è più basso. E qui si arriva al tipo di rifiuto lavorato nei due stabilimenti previsti a Cesano e Casal Selce: trattano la frazione organica (di fatto i generi alimentari) ricavata dalla raccolta differenziata; per 120 giorni resta dentro l'impianto e con un processo naturale diviene compost. Non c'è il rischio di esalazioni e cattivi odori?
Nelle assemblee i vertici di Ama hanno assicurato che saranno impianti di ultima generazione e dunque senza impatto sulle case vicine. Attualmente Roma raccoglie circa 180 mila tonnellate annue di frazione organica che finisce in buona parte in Friuli. Con l'incremento della differenziata si potrebbe arrivare anche a 300 mila nel 2021. Ognuno dei due impianti, almeno inizialmente, potrà lavorare 50 mila tonnellate di rifiuti organici all'anno.

ROCCA CENCIA
Bene, ma questi due impianti - che una volta avviato l'iter potrebbero essere realizzati in 24 mesi, dunque entro il 2019 - risolveranno tutti i problemi dei rifiuti a Roma? No. Quando la Capitale va in sofferenza, è per la parte indifferenziata, quella che non passa per gli impianti di compostaggio. Dunque, la prima cosa da fare è aumentare la differenziata, che però sta crescendo molto lentamente. Sul fronte degli impianti di trattamento dell'indifferenziato, Ama conta molto sul via libera al tritovagliatore di Rocca Cencia (di proprietà di Cerroni, ma affittato a un altro imprenditore). Su questa scelta però è esplosa la polemica. Athos De Luca, Pd: «Roma Capitale in conferenza dei servizi ha detto sì all'autorizzazione regionale del tritovagliatore di mille tonnellate di Cerroni. Ho inviato ad Ama una diffida ad affidare indifferenziato all'impianto privato di Cerroni visto che contemporaneamente non utilizza il tritovagliatore di proprietà. Perché si usa il privato e si chiude il pubblico?».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA