Caso rifiuti, esposto dei residenti si Salario-Fidene: «Ci sentiamo ostaggi dentro casa»

Caso rifiuti, esposto dei residenti si Salario-Fidene: «Ci sentiamo ostaggi dentro casa»
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 19 Maggio 2017, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 09:10

Le mamme ma anche le educatrici dell'asilo nido, I colori del mondo, a Villa Spada appena 150 metri dal Tmb Salario sono in allarme: «Non respiriamo più, siamo preoccupate per i nostri figli». I residenti della borgata Fidene da giorni non aprono le finestre. «Con l'estate dicono è tornato l'incubo, l'aria è irrespirabile». E così, dopo sette anni, (da quando cioè l'impianto alle porte di Roma nord per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti è tornato pienamente a regime) proprio i residenti dei quartieri intorno al distretto sono pronti a presentare un esposto alla Procura della Repubblica per danni ambientali. «La nostra spiega Sergio Caselli, a capo del comitato di quartiere Fidene è una battaglia che va avanti da tempo e che punta a ristabilire il diritto alla libertà per i cittadini che vivono questi quartieri come dei carcerati e che proprio a causa del congestionamento dell'impianto sono costretti da anni a sopportare miasmi continui tanto in inverno quanto nei mesi estivi».

L'ESPOSTO
Per ora i cittadini hanno raccolto 2 mila firme e, sostenuti da due legali del posto, la prossima settimana busseranno alle porte della magistratura. Una scelta che arriva dopo anni di battaglie e allarmi, a loro dire, caduti nel vuoto. «Nessuno prosegue Caselli ci ha mai ascoltato veramente, si sono succedute giunte e amministrazioni di diversi colori e noi abbiamo solo ricevuto promesse». Da ultima, quella dell'assessore all'Ambiente, Pinuccia Montanari, che ha garantito la chiusura dell'impianto entro il 2019 con la raccolta differenziata al 70%. «E se questa quota non arrivasse? Se la differenziata non raggiungesse mai questi trend, noi che facciamo domandano ancora dal comitato continuiamo a vivere così?». E il problema non è soltanto il cattivo odore che, complice le temperature in rialzo, si propaga di giorno e di notte in tantissime zone. Quando ci si mette il vento, poi, i miasmi si percepiscono anche in via di Priscilla, alla Serprentara o a Porta di Roma. «Alla puzza ormai ci siamo abituati», diceva ieri una residente del quartiere di fronte al parco Stefano di Bonaventura. «Il problema è un altro: chi ce lo garantisce che tutta quest'aria che respiriamo non sia nociva per la nostra salute?». «Questa è una perplessità conclude il presidente del Comitato Fidene che ci portiamo dietro da tempo, i rilievi dell'Arpa non hanno mai confermato dati allarmanti, noi abbiamo pensato di attivarci per trovare consulti esterni ma non ci siamo riusciti».

LA FIACCOLATA
Mancanze di risposte, ma soprattutto di risorse che hanno costretto i cittadini a metter da parte la serenità. Ieri a causa del caldo l'area tutta intorno al Tmb era irrespirabile. E oltre ai residenti se ne sono accorti anche i tanti automobilisti che, dal mattino alla sera, hanno transitato di fronte all'impianto: impossibile abbassare i finestrini o azionare l'aria condizionata. Mentre i camion dell'Ama hanno continuato ad entrare e uscire dal distretto. E intanto oltre all'esposto in Procura, questa sera i residenti dei quartieri intorno al Tmb Salario scenderanno in strada, riunendosi in una fiaccolata di denuncia per dire «no all'impianto» e per cercare di sensibilizzare ancor di più le istituzioni. Una manifestazione apolitica, tendono a sottolineare gli organizzatori, che partirà da piazza dei Vocazionisti (Fidene) e si concluderà a via Cortona (Villa Spada).