Regione Lazio, Zingaretti lancia un piano per tutelare diritti e stipendi dei rider

Regione Lazio, Zingaretti lancia un piano per tutelare diritti e stipendi dei rider
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Martedì 15 Maggio 2018, 13:51 - Ultimo aggiornamento: 2 Luglio, 18:15

Garantire la tutela dei lavoratori, contrastare le disuguaglianze, lottare contro lo sfruttamento. È la nuova sfida raccolta dalla giunta regionale del Lazio per estendere gli standard di diritti e tutele anche ai lavoratori della "Gig economy" cioè a tutti coloro che operano tramite app o su piattaforme digitali, molti dei quali impegnati nella consegna di cibo a domicilio. Sono soprattutto i lavoratori che comunemente vengono chiamati "rider", in pratica fattorini che in bicicletta ricevono gli ordini attraverso una app sullo smartphone e si muovono in città per consegnare il cibo ordinato attraverso una piattaforma digitale. Le aziende più note, i cui marchi si vedono sempre più spesso per le strade, sono Foodora, Just Eat, Deliveroo, Glovo. Il piano regionale per i riders è stato presentato oggi nella sede della Regione dal presidente Nicola Zingaretti e dall'assessore al Lavoro Claudio Di Berardino. La Regione varerà entro l'estate una proposta di legge per estendere i diritti dei cosiddetti 'rider' e che conterrà innovazioni sul piano delle tutele, delle garanzie e del salario minimo.

 



Oggi la giunta ha approvato una memoria che fissa il cronoprogramma: si parte da una consultazione pubblica che coinvolgerà lavoratori, imprese, sindacati, forze politiche, cittadini e studiosi. La Regione ha spiegato che avvierà la fase di Consultazione pubblica a partire dal prossimo 25 maggio, per 20 giorni, con una sezione del sito www.regione.lazio.it dedicata alla raccolta di proposte per la definizione degli strumenti e strategie da perseguire, secondo una logica di processo partecipato, condiviso e aperto. 

Entro l'estate ci sarà una proposta di legge regionale che sarà sottoposta al Consiglio. Gli ambiti di intervento che si delineano a favore dei 'rider' sono molteplici: forme di tutela, compatibili con le norme nazionali, di natura assicurativa, previdenziale e di salute e sicurezza; più garanzie, a partire da un salario minimo individuato in sede di contrattazione collettiva, il rifiuto del cottimo, la manutenzione dei mezzi, indennità in casi particolari, obbligo di informazione, diritto alla formazione. Si prevedono anche strumenti permanenti di confronto tra le parti sociali e strumenti di informazione, a partire dalla rete regionale dei Centri per l'Impiego. L'intenzione della giunta Zingaretti è infine creare un Portale del lavoro digitale, una anagrafe elettronica per imprese e lavoratori ai quali la Regione Lazio riconoscerà tutele aggiuntive rispetto a quelle contrattuali di natura sanitaria, previdenziale e assicurativa. 

«Ci auguriamo che l'approvazione di una legge nel Lazio spinga la nuova maggioranza o il nuovo eventuale governo a farla propria e a modificare la legislazione nazionale», ha sottolineato il presidente della Regione Lazio in merito a una possibile impugnazione da parte del futuro governo della annunciata legge regionale a tutela dei rider. «Lo sappiamo che questa è materia nazionale e che quindi è sottoposta a una legislazione di competenza del parlamento - ha aggiunto -. Però credo che sia un atto da compiere ugualmente per mettere in campo una provocazione politica».

«Sono convinto che l'Italia e il Lazio abbiano bisogno di più innovazione ma anche di più diritti. Fare innovazione infatti significa investire nella ricerca, nell'università, nel sostegno alle Pmi che vogliono innovare, ma è importante che accanto a questa innovazione tecnologica ci sia una innovazione nella sfera dei diritti», ha detto Zingaretti. «Noi sappiamo che la 'Gig economy' è uno dei settori produttivi nuovi - ha spiegato - ed è giusto che lo sviluppo di questa nuova economia sia accompagnato da una grande discussione e da provvedimenti legislativi nella sfera dei diritti. Per questo oggi abbiamo aperto un percorso che ci porterà all'approvazione di una legge entro l'estate da concertare, affinché nessuno sia lasciato solo. Anche a questa tipologia di lavoro, che esiste e si vede anche in strada, bisogna dare una dignità e va inserita nella sfera di diritti che questo Paese nel Dopoguerra ha costruito. Non si può escludere una nuova generazione da una sfera di diritti e non si può fermare il progresso, quindi questa innovazione va accompagnata».





 

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