Regione, è guerra sui tagli ai vitalizi: 77 ex consiglieri e assessori si ribellano ai sacrifici

Regione, è guerra sui tagli ai vitalizi: 77 ex consiglieri e assessori si ribellano ai sacrifici
di Mauro Evangelisti e Diodato Pirone
3 Minuti di Lettura
Domenica 11 Ottobre 2015, 03:43 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 19:12

Sono 77 tra ex consiglieri ed ex assessori regionali e percepiscono vitalizi che vanno dai 4 agli 8mila euro lordi mensili, calcolati non solo sullo stipendio ma anche su parte dei rimborsi spese, e incassati già a cinquant'anni. Eppure, di fronte al provvedimento del consiglio regionale che ha chiesto loro un piccolo sacrificio, con un taglio medio del 15-20 per cento, si sono ribellati. Dopo aver visto respinto il ricorso dal Tribunale amministrativo regionale, che ha dichiarato la sua incompetenza, non si sono arresi e a un pezzetto di vitalizio proprio non vogliono rinunciare. Si sono rivolti a un prestigioso giurista, Romano Vaccarella (ex giudice della Corte costituzionale e avvocato di Berlusconi in alcune cause civili) e hanno citato in giudizio il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, e il presidente del Consiglio regionale, Daniele Leodori.

I DATI

Di che cifre stiamo parlando? Donato Robilotta, già assessore regionale di Forza Italia, quanto meno ha il merito di non tirarsi mai indietro nella battaglia a difesa di quello che, almeno in parte, è un privilegio: «Io prendevo 4.600 euro netti al mese, ora solo 4.000.

Taglino le spese della Regione, piuttosto». Quali sono i sacrifici chiesti agli ex consiglieri, dopo una battaglia aspra portata avanti da una parte dal gruppo dei 5 Stelle, dall'altra da Teresa Petrangolini (Pd)? C'è una tassa, un contributo di solidarietà, che durerà solo per tre anni, e che per i vitalizi più bassi è del 6 per cento, per quelli medi del 12, per i più alti del 18. C'è un taglio del 40 per cento per coloro che già ricevono assegni dalla Camera, dal Parlamento europeo e dalla Regione. Secondo gli ex consiglieri che hanno presentato ricorso, questi tagli violerebbero la Costituzione, pregiudicando la finalità dell'assegno vitalizio collegato allo svolgimento di una carica elettiva per «consentire anche ai cittadini non possidenti di assumere relativo incarico, restando indenni alle conseguenze pregiudizievoli per il loro sostentamento una volta cessato il mandato».

CITAZIONE IN TRIBUNALE

Di qui la citazione davanti al tribunale civile per il 15 dicembre di Zingaretti e Leodori, dove sarà chiesto da una parte di verificare la legittimità costituzionale del taglio, dall'altra di condannare Regione e Consiglio a «rimborsare le somme di denaro non riconosciute e, quindi, indebitamente trattenute». Tra i firmatari esponenti storici della Regione: Angiolo Marroni, Pd, già garante dei detenuti; Rodolfo Gigli, ex Dc, già presidente della Regione; Alfredo Antoniozzi e Alfredo Pallone (FI), Stefano Zappalà (ex assessore con Polverini). Petrangolini: «La riforma approvata in consiglio regionale è il minimo che potevamo fare per essere in sintonia con il Paese che chiede sacrifici a tutti». Valentina Corrado, capogruppo M5S: «I ricorrenti parlano di “abnormi provvedimenti amministrativi” riferendosi all'innalzamento dell'età e al contributo di solidarietà, due punti da noi ottenuti nella nostra battaglia per l'abolizione di questo odioso privilegio. Mi chiedo cosa scriveranno quando, una volta al governo, riusciremo finalmente ad abolirlo».