Roma, tutti in fila all'ufficio stipendi: «Ci sono ancora i rimborsi?»

Roma, tutti in fila all'ufficio stipendi: «Ci sono ancora i rimborsi?»
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 5 Aprile 2018, 08:10
La porticina di vetro dell'«Ufficio Trattamento Consiglieri» sbuca dietro una selva di telecamere e cronisti, ben protetta da un cartonato col logo della Regione Lazio. «I consiglieri? Da mo' che sò passati», informa il funzionario più attempato, che sembra averne viste di ogni, da queste parti. Nei corridoi grigi della Pisana l'epoca dei Batman e dei Suv pagati coi soldi dei contribuenti è tramontata da un pezzo, eppure matricole e veterani del nuovo Consiglio regionale, quello uscito dalle urne del 4 marzo, si sono premurati di fare un giro negli uffici dove, viene spiegato, «ci si occupa degli stipendi dei consiglieri, degli ex e dei soldi ai gruppi».
«Qui di lavoro ce n'è sempre», racconta a mezza bocca un'altra dipendente, facendo però sapere che lei «non fa interviste». «Destra, sinistra, è un continuo, qualunque maggioranza ci sia». Il via vai, sembra di capire, è assicurato, le pratiche da smaltire non mancano mai. Anche negli ultimi giorni, quelli di inizio mandato.

GLI EXTRA
C'è chi si è affacciato per chiedere se sono previste indennità extra per chi fa il presidente di commissione (no, sono state abolite), chi ha domandato se il bonifico mensile è ritoccato al rialzo per il vicepresidente del consiglio, il segretario dell'aula o magari il capogruppo. «E i gettoni di presenza? Ci sono ancora? E il rimborso chilometrico, come funziona?».

LA RIFORMA
Interrogativi cruciali, dubbi che è bene fugare subito, prima che l'avventura cominci. I consiglieri regionali, dopo la riforma varata nel 2013, sull'onda lunga dello scandalo per gli sperperi di Fiorito & co, guadagnano all'incirca 7.600 euro lordi, a cui bisogna togliere le tasse e la quota per l'indennità di fine mandato. Qualche extra c'è, ma solo per chi siede sulle poltrone più alte dell'aula della Pisana, a cominciare dal presidente. Tutti gli altri, si fa per dire, dovranno accontentarsi.
 
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