«Gino - spiega Anastasia - non ha ottenuto gli arresti domiciliari ed è dunque tra i 90 ultrasettantenni detenuti nel Lazio, nonostante la legge preveda che 70 anni sia il limite massimo per la privazione della libertà per motivi di giustizia. Nel complesso degli istituti penitenziari italiani alla fine dello scorso anno erano presenti 776 detenuti con più di 70 anni di età, più del doppio di quanti ce ne fossero dieci anni prima, nel 2007».
«Serve più coraggio, da parte del legislatore e della magistratura - aggiunge Anastasia - nella concessione di misure alternative al carcere per le persone anziane, e serve maggior impegno da parte degli enti territoriali nella realizzazione di reti di accoglienza, anche alloggiativa, per anziani soli che altrimenti sono costretti a restare in carcere fino all'ultimo giorno della loro pena».
Un messaggio di auguri è arrivato a Gino anche dal presidente del tribunale di sorveglianza che si dice impegnato a curare « con la massima attenzione il tema relativo alle persone anziane costrette in carcere».
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