LE INDAGINI
Da subito gli investigatori si sono resi conto che nelle zone di loro competenza stava accadendo qualcosa di estremamente grave. Troppe rapine, quasi a cadenza quotidiana, nei supermercati messe in atto da un solo individuo che si comportava senza alcun tipo di scrupolo. Sono partite così indagini in parallelo che hanno riguardato più versanti. Sono state messe in strada più pattuglie in borghese e gli investigatori hanno passato al dettaglio le dinamiche delle singole rapine. Poi, un colpo di scena. A novembre un bandito viene arrestato in flagranza di reato durante un colpo ad un supermercato sulla via Pineta Sacchetti. Improvvisamente, dopo l'arresto, il picco dei colpi subisce un brusco calo. Carabinieri e polizia hanno così ricostruito la carriera criminale del bandito arrestato ed hanno accertato le 20 rapine messe a segno prima del suo arresto. Un castello accusatorio quello degli investigatori certosino e probante. Sono state visionate le riprese delle telecamere dei supermercati. Si vede che il bandito è sempre lo stesso e anche il suo abbigliamento nel quale spiccano un paio di occhiali da sole. Il bandito quando allungava il braccio per puntare la pistola agli ostaggi il giacchetto scopriva il polso con il tatuaggio. Molti testimoni che hanno messo nero su bianco il disegno del tatuaggio. Per questo il quarantatreenne che si trovava agli arresti domiciliari è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Sarebbero bastati pochi giorni e l'uomo avrebbe avuto attenuata la pena e forse gli sarebbero stati tolti i domiciliari. Invece, ieri all'alba, hanno suonato alla sua abitazione i carabinieri. Lui gli ha chiesto che volevano. Poche parole, ha fatto la borsa ed è stato portato in carcere.