Milna-Juve, raid di ultrà in un bar a Roma, il titolare: «Sembrava un attentato, ho salvato i clienti nelle cucine»

Milna-Juve, raid di ultrà in un bar a Roma, il titolare: «Sembrava un attentato, ho salvato i clienti nelle cucine»
di Raffaella Troili
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Lunedì 23 Maggio 2016, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 08:16


«C'era sangue dappertutto e clienti che si riparavano in cucina». Elvis Zucca il titolare del Jat Lag, il locale di via Leone IV assaltato dai tifosi del Milan ricorda quegli attimi interminabili, la paura, le grida, una bella serata come tante cancellata da «un'orda di barbari». E' l'una quando il bus con a bordo gli ultrà rossoneri si ferma all'altezza dell'incrocio con viale delle Milizie. «Sono scesi dal pullman e hanno iniziato a caricare, ad aggredire tutti i presenti. Ma nessuno li aveva offesi, non so perché l'hanno fatto. Erano tanti, un centinaio o poco meno. Io ero al bancone a preparare i cocktail. Li ho visti entrare ed assalire tutti, c'era ancora gente che cenava, hanno scatenato il panico».
Nel bel locale, dove giovani e meno giovani fanno tardi fino a notte, e ristrutturato da poco, è entrata una mandria di violenti. «I clienti urlavano tutti, li ho fatti rifugiare dietro, in cucina, il locale era un bagno di sangue, si è scatenato il panico: chi si nascondeva, chi scappava, chi gridava, quelli avevano spranghe, coltelli, lanciavano tavoli e sedie, assalivano a caso». E a caso hanno ferito due clienti abituali, soprattutto Gianluca Messineo, 27 anni, attore conosciuto col cognome d'arte Macrì.

LA FESTA SFUMATA
«Stava in piedi come tanti altri, stava festeggiando un compleanno con gli amici, erano fuori come succede sempre a una certa ora, tutti i sabati» racconta Elvis. «Sono corsi dentro, quelli erano dei barbari, Gianluca ha rischiato molto, è in terapia intensiva, la lama si è fermata a 5 millimetri dall'aorta». Come l'altro aggredito, Alessandro Palmieri, 40 anni. «E' del nord, di Bologna, viene a mangiare da noi due volte all'anno, stava per conto suo, non conosce nessuno, nemmeno s'intende di calcio, purtroppo si trovava all'ingresso, indifeso, l'hanno accoltellato all'addome».
Urla e sangue. Una notte di terrore, proprio mentre si festeggiava un compleanno, si scherzava e rideva. «Abbiamo pensato fosse un attentato terroristico», hanno detto i giovani presenti. «Abbiamo tamponato il sangue ai feriti, chiamato polizia e ambulanza - ancora Elvis - purtroppo quando gli agenti sono arrivati erano già andati via, forse erano incolonnati nella scorta alla squadra del Milan». Elvis e gli altri che erano lì sabato sera ci tengono a chiarire «che nessuno aveva lanciato oggetti contro il pullman e che la loro unica colpa è stata trovarsi davanti quei barbari». La vetrina blindata del locale ha retto, è stata solo danneggiata, altri danni sono all'interno, ma ieri Elvis ha chiuso tutto ed ha fatto il giro degli ospedali. «Sono fuori pericolo, ma hanno rischiato molto, Gianluca è salvo per miracolo». Anche i locali vicino, la gelateria, il ristorante, hanno assistito alla scena, hanno raccolto le grida d'aiuto,
 
«UNA SPEDIZIONE PUNITIVA»
«Sembrava una spedizione punitiva - la testimonianza del gelataio, Emilio Laudenzi - sono corsi anche qui a rifugiarsi, gridavano aiuto, avevo la serranda semiaperta, sono uscito ho visto quella massa di tifosi che scappava dal locale e quel ragazzo accoltellato ancora in piedi, da dietro, che si teneva la ferita. C'erano tavoli e sedie per terra, è durato un attimo, 5 minuti di grida, botte e paura». «Ogni volta che c'è una partita passano di qui, ma una cosa del genere non è mai accaduta», commenta un signore che abita in zona e che vedo spesso il lounge bar di via Leone IV riempirsi di giovani. «Stavano festeggiando in serenità il compleanno di un'amica, Giulia - racconta Elena, una mamma - e solo per caso mia figlia non era presente ieri sera». Ci tiene a prendere le distanze dalla tifoseria. «Ragazzi. Non tifosi, amici legati da affetti e sentimenti». Nulla a che vedere «con quei violenti usciti dallo stadio con la rabbia dentro, capaci in un attimo di seminare il panico e accoltellare con naturalezza un ragazzo pacifico e buono, vivo per miracolo. Poteva essere una strage, evitata grazie alla prontezza dei ragazzi del Jet Lag che hanno protetto gli amici chiudendo la saracinesca, mentre l'accoltellato si teneva le viscere in attesa dei soccorsi. Ripeto: lì si stava festeggiando un compleanno».