Costretta a prostituirsi a Roma: «Ustionata con un ferro da stiro per pochi euro»

Costretta a prostituirsi a Roma: «Ustionata con un ferro da stiro per pochi euro»
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 19 Settembre 2018, 22:30 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 10:28
Per Regina, 28enne di Albano Laziale, l'incubo è finito la notte del 3 luglio quando la polizia è entrata nel suo appartamento e l'ha trovata piena di lividi e ustioni. Era sotto choc e confusa. Chi l'ha Visto? ripercorre la vicenda e racconta che una volta in ospedale la ragazza ha spiegato di essere stata picchiata a sangue da due extracomunitari.  Quindici giorni dopo, gli inquirenti hanno arrestato i vicini di casa, tra cui la sua migliore amica Roberta.


«Io non mi fermo qui, per me è come una sorella», le parole di Roberta subito dopo l'aggressione. Regina era in balia di Roberta, di sua madre e del suo fidanzato. E proprio quest'ultimo la picchiava pesantemente ogni volta che non riusciva a dare ai suoi aguzzini 800 euro al mese. «Quando non arrivavo alla cifra lui mi picchiava e poi mi obbligava ogni mattina a comprare ciambelle e cibi fritti per ingrassare». Con i lividi e i chili di troppo, però, i clienti non la volevano. 



Il giorno in cui ha rischiato di morire, l'uomo era furioso: «Mi ha messo due stracci in bocca per non far sentire le urla e mi ha portato nello sgabuzzino, mi ha tirato giù i pantaloni e mi ha bruciato con un ferro da stiro rovente sui glutei e sulla schiena. Calci e pugni in volto, ferite con un coltello e un cucchiaio incandescente sulla fronte».  
La donna, infatti, presentava segni di percosse, lividi ed ecchimosi più o meno recenti, tagli da lama e bruciature in diverse ed estese parti del corpo. 

Le due indagate avevano approfittato della sua vulnerabilità dopo la morte della madre. Tra Roberta e Regina c'era  una relazione di dipendenza psicologica. Con l'uomo, entrato nelle loro vite due mesi fa, la violenza era diventata  sistematica.

(Foto dalle pagine Facebook)
© RIPRODUZIONE RISERVATA