Rapinato, gettato nel fiume e morto annegato: gli ultimi istanti di Beau

Rapinato, gettato nel fiume e morto annegato: gli ultimi istanti di Beau
di Michela Allegri
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Mercoledì 6 Luglio 2016, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 13:30


Una corsa a perdifiato lungo il Tevere, in piena notte, per riacciuffare i due uomini che lo avevano derubato. Poi, l'incontro con le persone sbagliate. Una lite, una spinta. E Beau Solomon, lo studente americano di 19 anni appena arrivato a Roma dal Wisconsin per per studiare alla John Cabot University, è caduto in acqua. Ed è annegato. A gettarlo nel fiume, secondo gli inquirenti, è stato Massimo Galioto, 41 anni, senzatetto che vive sulla banchina all'altezza di ponte Garibaldi, con la compagna e alcuni amici. E' stato fermato ieri dagli agenti della Squadra Mobile e del commissariato Trevi-Campo Marzio con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Non sono solo i testimoni oculari a raccontare gli ultimi istanti di vita di Solomon. Agli atti dell'inchiesta del pm Marcello Monteleone c'è anche un video.

LE RIPRESE
I fotogrammi, ripresi dalle telecamere di sorveglianza puntate sulla sponda del fiume, mostrano il ragazzo scontrarsi con i clochard. Mani che si agitano per aria, qualche spintone reciproco. Poi, l'atto finale: un uomo, identificato in Galioto, dà un colpo a Beau che cade in acqua. C'è di più: le stesse telecamere inquadrano il gruppetto di punkabbestia che si allontana senza dare l'allarme. Il corpo dello studente non riaffiorerà prima di quattro giorni. Il cadavere verrà recuperato all'altezza di Ponte Marconi. Sulla testa, una ferita. Dai primi risultati dell'autopsia eseguita ieri dal medico legale Giorgio Bolino, sembra emergere che il ragazzo sia morto per annegamento. Avrebbe sbattuto la fronte contro un masso mentre cadeva nel fiume. L'interrogatorio di garanzia di Galioto, assistito dall'avvocato Michele Vincelli, è fissato per oggi. Poi, il gip deciderà se convalidare il fermo. Nel frattempo, il punkabbestia si è dichiarato innocente: «Non sono stato io, mi stanno mettendo in mezzo», ha detto.

IL GRUPPO ORGANIZZATO
I nodi da sciogliere sono ancora molti. Resta da chiarire la posizione dei compagni di Galioto: sarà necessario capire se davvero nessuno si sia attivato per salvare il giovane. Non è tutto. Gli investigatori dovranno anche scoprire chi abbia derubato il diciannovenne. Il sospetto degli inquirenti, infatti, è che esista un gruppo organizzato e specializzato nel raggirare i turisti in uno dei quartieri simbolo della movida romana: Trastevere. Beau, infatti, si era trovato con alcuni compagni di corso a piazza Trilussa. Poi, era sparito. Secondo la ricostruzione della Procura sarebbe stato avvicinato da due stranieri, forse magrebini, che lo avrebbero convinto a seguirli sulla banchina del fiume, dove lo avrebbero derubato. La sua carta di credito è infatti stata utilizzata a Milano due giorni fa: i familiari hanno raccontato che dal conto dello studente sarebbero stati sottratti 1.500 euro.

LA LITE
I fatti risalgono a giovedì notte. È la prima sera che Beau trascorre nella Capitale. Sembra un ragazzo come tanti, ma alle spalle ha una storia importante: undici anni fa ha sconfitto una rara forma di cancro diventando un simbolo per l'America. Ora, è un ragazzone in salute, muscoloso e solare. Apparentemente invincibile, passeggia per i vicoli di Trastevere. Si perde. Due stranieri lo convincono a seguirli. Lo portano sulla banchina del fiume, gli rubano il portafoglio. Solomon tenta di inseguirli, si muove dinoccolato, sembra ubriaco. All'una di notte, sotto ponte Garibaldi, si scontra con un gruppo di senzatetto. Dalla sponda opposta del Tevere, alcuni ragazzi si accorgono di della lite. Stanno passeggiando tra le bancarelle dell'Estate Romana, che costeggiano il fiume per centinaia di metri partendo dall'Isola Tiberina. Sentono urla, vedono strattoni reciproci. Un uomo spinge lo studente, che perde l'equilibrio e cade in acqua. Il gruppetto si allontana e i testimoni chiamano i soccorsi. Ci vorranno quattro giorni per recuperare il corpo di Solomon. Incrociando le dichiarazioni dei testi con i filmati delle telecamere, gli inquirenti individuano Galioto: sarebbe stato lui a fare scivolare l'americano. Viene sottoposto a fermo indiziario per omicidio.