Roma, tombe rotte e allagamenti: Prima Porta cimitero da "film horror"

Roma, tombe rotte e allagamenti: Prima Porta cimitero da "film horror"
di Elena Panarella
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Domenica 14 Gennaio 2018, 11:54 - Ultimo aggiornamento: 16:35

Silenzio, Preghiera, Speranza e Meditazione: eccole, le quattro sculture che vegliano dal Portale del cimitero del Verano, annunciare, sin dall'entrata principale, cosa ci attende all'interno. No, non solo la memoria di chi non c'è più, ma anche l'incuria di chi c'è ancora. Sporche e annerite sono il segno più evidente del degrado che assedia quell'area consacrata nel 1835 da Pio IX, dopo che la costruzione del cimitero era cominciata nel 1811. E fin qui è cosa nota. Ma quello che ti arriva dritto come un pugno allo stomaco sono le immagini che raccontano del cimitero Flaminio, a Prima Porta, completamente abbandonato a se stesso. Pareti cancellate dalla muffa, corridoi ricoperti da pozzanghere, lavandini spaccati, lapidi ridotte in mille pezzi. «Soprattutto in via Clivio Tiberino (case rosse) o nell'edificio N - dicono due signore - Ritrovarsi da soli lì dentro è come stare in un film horror». Per non parlare delle tombe interrate (quelle che versano nelle condizioni più problematiche).

 

FURTI E GUANO
Poi ci sono i nuovi specialisti del furto. Inseguono uno dei metalli che ha più mercato negli ultimi anni: il rame, dai candelabri ai sottovasi, e persino le lettere dei nomi presenti sulle lapidi. Ma ci sono anche i piccoli furti. «Vede questo filo di ferro? - dice Marcello Rubini, un pensionato - Lo uso ogni giorno per legare i fiori e il vaso nella tomba dei miei genitori. E' uno stratagemma che mi sono inventato per evitare i furti. Succede quotidianamente: io porto i fiori, qualcuno li ruba. Ho anche lasciato dei cartelli con scritto vergogna. Non sono serviti». Percorrere le strade del più grande camposanto della Capitale è anche fare un viaggio nel magnifico mondo della fauna. Uccelli d'ogni tipo, razza e dimensione svolazzano nell'area. Le classiche civette sono state quasi del tutto soppiantate dai ben più aggressivi piccioni di città. Volano da un ramo all'altro, frullano le ali provocando, specie nelle zone più isolate, un susseguirsi di patemi. Prediligono le piante, ma non disdegnano le gradi costruzioni tombali. Su alcune di queste si annidano a decine. Oziano e guardano verso il basso. Non c'è un anfratto che viene risparmiato. In alcune cappelle si è dovuto procedere all'installazione di reti come deterrente. Ci sono aree al riparo dal vento in cui respirare causa conati di vomito. Il tanfo del guano è insopportabile.

IL DOSSIER
«Non è bastato in questi mesi presentare dossier, interrogazioni, aprire un dialogo con l'assessorato competente: nulla è stato fatto per il cimitero di Prima Porta - spiega il consigliere regionale FdI, Fabrizio Santori - In Campidoglio il consigliere Francesco Figliomeni ha sottoposto alla sindaca Raggi e all'assessore all'Ambiente la grave situazione chiedendo un intervento urgente. Nel dossier presentato dal comitato per la tutela dei cimiteri capitolini è stato lanciato un grido di dolore anche sul tema dell'insicurezza, della mobilità interna e del degrado dei luoghi comuni. In Regione abbiamo presentato a settembre una proposta di legge per la disciplina dei servizi funerari per garantire la loro regolarità». Tante le denunce dei cittadini. «Il cimitero di Prima Porta è il simbolo del degrado - dice senza giri di parole Marco Rollero, presidente del club della libertà per le politiche sociali e sicurezza - tante le denunce dei cittadini inascoltate. Basta farsi un giro negli edifici per sentirsi male. Fanno paura. Se c'è un vero progetto di riqualificazione da parte dell'Amministrazione, che venga attuato subito. È un'offesa per i morti e per i propri cari».
 

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