Intervista al prefetto Pecoraro: «Indagati intorno a Marino, il rischio commissario resta»

Intervista al prefetto Pecoraro: «Indagati intorno a Marino, il rischio commissario resta»
di Simone Canettieri
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Domenica 14 Dicembre 2014, 06:03 - Ultimo aggiornamento: 15:17
Prefetto Pecoraro, il sindaco Marino parlando delle ramificazioni di Buzzi a Roma ha detto: «Se non sapeva il prefetto, che ricevette il capo della coop, come potevo sapere io?». Alla luce di questa affermazione si sente tirato in ballo dal sindaco?

«Buzzi all'epoca era estraneo alla prefettura, forse c'è stato un vulnus nella norma, perché i miei uffici non si erano informati su questa persona, tuttavia nel rispetto della riservatezza dell'autorità inquirente e degli uffici di polizia giudiziaria non si poteva fare altrimenti».



C'è differenza tra i rapporti che ebbe la prefettura con Buzzi e quelli intrattenuti dal Campidoglio?

«Beh, direi proprio di sì. Buzzi era estraneo ai miei uffici, nella amministrazione Marino, invece, ci sono tre indagati, tra politici e nomine dirigenziali, e il fatto che ci sia una commissione d'accesso agli atti significa che vogliamo capire se c'è una continuità delle infiltrazioni mafiose tra la passata e l'attuale giunta visto che sono finiti sotto inchiesta Ozzimo, Coratti».



Si spieghi meglio: domani, lunedì, arriveranno i commissari per l'amministrazione Alemanno o per quella di Marino?

«I commissari sono qui soprattutto per l'attuale tenuto conto della presenza di persone coinvolte nell'inchiesta che fino a pochi giorni fa hanno ricoperto ruoli pubblici. Ecco perché se venisse verificata da parte dei commissari la continuità mafiosa tra la precedente e la nuova amministrazione o se nell'attuale ci fossero elementi che fanno pensare alla presenza di azioni illecite ovviamente non posso escludere lo scioglimento del Comune per mafia».



Il Campidoglio ha annunciato la rotazione di tutti i dirigenti: è una scelta giusta o arriva comunque in ritardo?

«Il problema non è la rotazione che viene effettuata oggi, ma quella del passato, più o meno recente. Ben venga questa iniziativa, ma il nostro lavoro non cambia».



Ecco, di preciso cosa farà questa commissione?

«Le tre persone che invieremo in Campidoglio esamineranno carte, controlleranno il funzionamento degli uffici, analizzeranno tutti gli appalti, senza sovrapporsi con il lavoro dell'Autorità anti-corruzione con la quale abbiamo già preso contatti per coordinarci al meglio».



Dalle sue parole il rischio scioglimento del Comune non sembra essere ancora scongiurato.

«Mi auguro che non avvenga. Di sicuro se troveremo ulteriori illeciti nell'amministrazione non potremo escludere alcuna ipotesi».



Per la gioia dei grillini, che puntano su questo scenario.

«Il M5S fa la sua parte, porta avanti una battaglia politica. Il mio ruolo è diverso».



Visto il lavoro che sta per intraprendere, con quale animo aspetta la seconda parte dell'inchiesta annunciata dal procuratore Giuseppe Pignatone?

«Io non ne so nulla, come ovvio che sia e nel rispetto dell'autorità giudiziaria. La priorità per la Prefettura è chiara: fare pulizia».



Quando terminerà il lavoro dei tre commissari?

«Mi auguro che in un mese e mezzo, due al massimo, si possa concludere con una prima analisi dei risultati».



Insomma, prefetto per ritornare a bomba: siamo davanti all'ennesimo scontro tra Marino e Pecoraro. Ma queste tensioni non minano la serenità istituzionale della Capitale?

«Non c'è alcuno scontro con il sindaco, al massimo, diciamo, una visione diversa delle cose».



Come la scorta. Marino, nonostante il suo invito, ha declinato l'offerta di avere maggiore protezione. Lei come ha preso questo no?

«Lo rispetto e, a nome del comitato provinciale per la sicurezza pubblica, ne prendo atto».