Roma, caos viabilità al Portonaccio: solo a giugno 100 mila multe

Roma, caos viabilità al Portonaccio: solo a giugno 100 mila multe
di Laura Bogliolo e Fabio Rossi
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Martedì 12 Settembre 2017, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 18:36
Una corsia preferenziale da oltre 18 milioni di euro, che sarebbero ossigeno puro per le casse del Campidoglio. È quanto potrebbe valere via di Portonaccio, o meglio, il tratto di strada che dal 20 aprile è diventato off-limits alle auto perché trasformato in spazio riservata ai mezzi pubblici. Gli occhi elettronici delle telecamere nel mese di giugno (quando ormai erano passate sei settimane dal ripristino della corsia preferenziale) hanno elevato ben 98.868 contravvenzioni.

IL PASTICCIO
Una valanga di multe che si aggiungono a quelle emesse fino al 30 maggio, ossia 136.259. In totale, considerando che la sanzione parte da 80 euro (arriva a 94 se non si paga entro cinque giorni) il Campidoglio potrebbe incassare complessivamente 8.789.440 milioni. Il caso ormai è noto: migliaia di romani hanno contestato l'assenza di segnali chiari al fine di avvertire gli automobilisti del nuovo divieto. Su Facebook ha oltre 13 mila iscritti il gruppo Uniamoci contro le multe di Via di Portonaccio: le vittime degli occhi elettronici stanno pensando a una class action e si prevedono almeno 100 mila ricorsi. Inizialmente l'amministrazione M5S aveva preso atto della questione, ammettendo l'insufficienza della segnaletica installata sulla strada e approvando una mozione in assemblea capitolina, presentata da Fratelli d'Italia, che prevedeva il ritiro in autotutela delle sanzioni elevate agli automobilisti fino al 2 maggio. Ma dopo i pareri del dipartimento e dell'Agenzia della mobilità, che sostengono la regolarità delle procedure utilizzate per ripristinare la corsia riservata ai mezzi pubblici, le procedure di notifica delle contravvenzioni sono andate avanti. I romani dovranno necessariamente rivolgersi al giudice di pace per avere la possibilità di vedersi annullate le sanzioni, con esiti non scontati.

I RICORSI
Ieri la commissione capitolina trasparenza ha effettuato un sopralluogo sul tratto di strada dove vige il divieto di accesso alle auto, anche perché c'è da affrontare il problema della capacità degli uffici di Palazzo Senatorio di far fronte alla mole di ricorsi che potrebbero arrivare. «Insostenibile poterli lavorare, siamo 10 dipendenti e rischiamo di non farcela»: è stato il presidente della commissione Marco Palumbo a riportare le preoccupazioni del responsabile dell'ufficio contravvenzioni del Comune, spiegando che i pochi addetti a disposizione potrebbero non essere in grado di sbrigare le pratiche. Risultato: il Comune potrebbe soccombere, rimettendoci anche le spese legali. «Abbiamo ribadito che probabilmente arriveranno decine di migliaia di ricorsi al Giudice di pace - sotttolinea Fabrizio Ghera, capogruppo capitolino Fdi-An - e crediamo sarà un bel problema per l'Amministrazione costituirsi in giudizio. C'è il rischio, infatti, che i funzionari non siano sufficienti e non possano presentarsi».