Porta Pia, l’assedio della tendopoli: oggi nuovo giorno di caos e traffico

Porta Pia, l’assedio della tendopoli: oggi nuovo giorno di caos e traffico
di Elena Panarella
3 Minuti di Lettura
Martedì 22 Ottobre 2013, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 17:58

Quattordici tende confinate all’interno del parcheggio del ministero delle Infrastrutture a Porta Pia, quello che resta dell’accampamento allestito sabato notte dai manifestanti. Cinque blindati della Polizia e qualche agente dei carabinieri, chi in divisa e chi in borghese, continuano a vigilare sul ministero. Una cinquantina di persone: uomini, donne e bambini hanno organizzato perfino un «mediacenter» con comunicati stampa e hanno allestito uno stand con vino, birra, cibo e sedie. Musica rap e hip hop, e una playlist scelta dagli immigrati fa da sottofondo al traffico di via Nomentana.

NUOVA PROTESTA

La rappresentanza dei movimenti rimarrà a presidiare la piazza «a oltranza», almeno fino a oggi quando una delegazione incontrerà il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi e il sindaco, Ignazio Marino. Un’ora prima dell’incontro (attorno alle 17), ci sarà una nuova manifestazione proprio davanti al Ministero, in attesa di «risposte». Il tam-tam è partito. «C’è però il rischio che l’incontro sia stato accordato solo come risposta alla grande manifestazione di sabato, invece dobbiamo riuscire ad ottenere risposte concrete - dicono i manifestanti - Se le risposte saranno altamente insoddisfacenti proseguiremo la lotta e in serata con gli altri movimenti decideremo cosa fare del presidio».

Possibili ripercussioni sul traffico. In caso di necessità potrebbe essere disposta la chiusura della piazza. Oggi, mentre a Roma si svolgerà il tavolo di confronto, «numerose iniziative sono state organizzate in altre città: a Torino ad esempio ci sarà un presidio presso il Comune». Il secondo appuntamento è a Firenze, «davanti alla Fortezza Da Basso, venerdì prossimo è prevista una manifestazione nazionale a cui parteciperanno sicuramente delegazioni da Torino, Bologna e Roma, forse anche da Milano». E domani mattina, in occasione dell’interrogatorio dei sei arrestati, accusati di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale contestatagli durante gli scontri, ci sarà un presidio davanti al carcere di Regina Coeli. Infine, sabato 9 e domenica 10 novembre si svolgerà una riunione nazionale a Roma «per decidere il da farsi», dicono a chiare lettere alcuni militanti.

RESIDENTI E AUTOMOBILISTI

«Speriamo che finisca presto e si ritorni alla normalità», si lascia scappare qualche anziano residente. «Il fatto è che le manifestazioni non possono durare giorni - si lascia scappare una signora - che sia un corteo, un presidio o un sit-in ci vuole rispetto per tutti». «Non fanno niente di male», aggiunge qualcun’altro. E c’è chi ribatte: «Si rischia di far diventare questa piazza un bivacco permanente». Il quartiere è spaccato tra solidarietà e fastidio. «Capisco le proteste, ma bloccare la circolazione è assurdo, le tende già da sabato sera potevano montarle sui marciapiedi», dice Giorgio residente in via Mantova. «La verità è che bisognerebbe iniziare a fare queste manifestazioni così imponenti anche in altre città - tuona Vincenzo, che vive a piazza Alessandria - tanto il sabato i signori della politica non ci sono e certamente il messaggio gli arriva di rimbalzo. Intrappolati come al solito restano sempre i cittadini romani, manifestare è giusto, ma per campare è importante distribuire il peso di questi cortei».

© RIPRODUZIONE RISERVATA