Cie di Ponte Galeria, la protesta continua. Gli immigrati scrivono al Papa

Cie di Ponte Galeria, la protesta continua. Gli immigrati scrivono al Papa
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Giovedì 26 Dicembre 2013, 09:15 - Ultimo aggiornamento: 27 Dicembre, 15:38

Non si spegne la protesta degli immigrati rinchiusi nel Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Ponte Galeria a Roma.

Nonostante un messaggio per il Papa affidato a Natale al cappellano del centro, don Emanuele Giannone, e una tregua per rispetto della festa, nel giorno di santo Stefano una quarantina di ospiti, circa la metà, ha rifiutato il pranzo. E quindici degli immigrati detenuti nel Cie hanno riportato i loro materassi in cortile con l'intenzione di passare la notte all'aperto.

Riprende e prosegue, quindi, lo sciopero della fame iniziato alcuni giorni fa per chiedere tempi certi e non

troppo lunghi di permanenza nel Cie e condizioni di vita migliori, anche se resta solo un immigrato con le labbra cucite.

Tra i protagonisti della protesta, anche un tunisino che si presenta come un imam, Mohammed Rmida, 32 anni. Secondo l'ufficio del Garante dei detenuti del Lazio, Rmida si atteggia a leader religioso estremista, ma ha precedenti per traffico di droga. È stato trasferito da un carcere all'altro della regione e sempre per motivi disciplinari.

I reclusi di Ponte Galeria - 54 uomini e 27 donne - hanno affidato con una lettera al Papa le loro speranze e rivendicazioni attraverso don Giannone, che è anche direttore della Caritas di Ladispoli (Roma).

Papa Francesco nel messaggio di Natale Urbi et Orbi ha invocato «speranza e conforto ai profughi e ai rifugiati». E ancora «accoglienza» per «i migranti» in cerca di dignità, chiedendo che «tragedie come quelle di quest'anno, con i numerosi morti a Lampedusa, non accadano mai più!».

«Parole grandi» dal pontefice, secondo don Giannone, che ieri nel Cie ha officiato la messa e «portato la mia piena solidarietà per un'iniziativa pacifica - ha raccontato -. Anche proteste come questa sono la strada per capire l'assurdità di certe leggi sull'immigrazione».

Gli immigrati che protestano vogliono risposte e temono di essere dimenticati, nonostante le apparenti

aperture delle istituzioni e lo svuotamento del Cie di Lampedusa. Domani al centro di Ponte Galeria torneranno alcuni deputati di Sel, che dopo averlo visitato ieri hanno scritto una lettera a Giorgio Napolitano. Chiedono al presidente un «intervento umanitario» per chiudere subito i centri. Nella lettera anche il caso della ragazza tunisina reclusa a Ponte Galeria che avrebbe tentato il suicidio per non essere rimpatriata con il marito nel suo Paese, dove i parenti - integralisti - l'avrebbero torturata a causa del matrimonio con un uomo sgradito.

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