Roma, selfie sul ponte di Corso Francia: la folle moda che nessuno ferma

Roma, selfie sul ponte di Corso Francia: la folle moda che nessuno ferma
di Veronica Cursi
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Martedì 26 Giugno 2018, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 10:47

Sono ancora lì. A scattarsi selfie acchiappalike in bilico su un ponte a venticinque, trenta metri da terra. Arrampicati, come nulla fosse, sulla balaustra di Corso Francia perché quella folle moda è diventata ormai un rito per i ragazzini di Roma nord. E nessuno riesce a fermarli.
Più di un anno fa Il Messaggero ha denunciato quel muretto sospeso nel vuoto sul Ponte delle Aquile. Eppure ancora oggi nulla è cambiato: non una ringhiera, non una pattuglia messa lì a vigiliare. Nessun segnale di pericolo. Meno che mai una telecamera. Lo scorso fine settimana l'ennesima coppietta è stata immortalata dal cellulare di un residente, uno dei tanti che da mesi lancia allarmi evidentemente inascoltati.
 



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Lei seduta sul cornicione, le gambe a penzoloni, lui che si lancia nell'avventura di camminare come un funambolo sopra pochi centimetri di marmo. Guarda giù, saltella, sembra quasi voler testare quanto possa reggere quel ponte. Poi arriva una terza ragazza e scatta una foto col cellulare: l'hashtag #pontedelleaquile rimbalza sulle pagine di Instagram.  Ma qui non ci sono filtri. Qui è tutto pericolosamente reale.

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Quello, per molti giovanissimi dai 14 ai 20 anni, è ancora il loro assurdo ritrovo: una piattaforma sospesa nel nulla, al di là del parapetto. E poco importa se basta un attimo per scivolare giù, una distrazione, un gioco finito male, una foto scattata troppo al limite, loro non ci pensano. Ma non ci pensa nessuno a quanto pare.

Eppure Corso Francia è uno dei ponti più trafficati di Roma nord, collega quartieri interi come Parioli, Fleming, Flaminio e Vigna Clara. Com'è possibile che quasi ogni giorno, da più di un anno, accada questo sotto gli occhi di mezza Roma?  A nulla sono valse le segnalazioni di genitori e residenti che da tempo denunciano a vigili e forze dell'ordine la pericolosità di quel posto. Ogni pomeriggio, oppure nel weekend, decine di adolescenti con le loro minicar si ritrovano lì. E ogni volta è sempre la stessa storia: vigili, carabinieri e polizia arrivano, fanno allontanare i ragazzi,  li identificano e li lasciano andare. 
«Se ci fossero gli estremi di un procurato allarme dovremmo denunciarli. Ma non abbiamo mai trovato gente ubriaca, alcol o droghe», spiegano. E così il giorno dopo nuovi selfie e nuovi pericoli. Quanto ancora dovrà durare?

 

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