Poliziotti accusati di stupro, le accuse
e le registrazioni. «Questa la violento»

Poliziotti accusati di stupro, le accuse e le registrazioni. «Questa la violento»
di Michela Allegri
2 Minuti di Lettura
Domenica 6 Ottobre 2013, 10:14 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 07:29
Mi piace violentarti, e poi, Sandri' io la vojo violent!. E' l'assistente capo della Polizia di Stato Sandro Contardo che parla, mentre la sua voce viene catturata da un registratore nascosto sotto al letto della donna di cui sta abusando, insieme al collega Alessandro Stronati. Sono quei minuti di registrazione ad incastrare i due agenti del Commissariato di San Basilio, finiti in manette con l'accusa di violenza sessuale. La vittima, una ventiseienne cubana detenuta agli arresti domiciliari, ha spiegato agli inquirenti i motivi che l'hanno spinta a documentare l'abuso: sentiva di essere in pericolo. Il 2 giugno, la notte in cui avrebbero approfittato di lei, non era la prima volta che i poliziotti le facevano visita. Sapevano dove abitava, perché lo scorso anno avevano eseguito alcuni controlli nel locale in cui la ragazza gestiva con il marito un giro di prostituzione. Si erano già presentati a casa sua 20 giorni prima dell'abuso, come ha riferito la detenuta in sede di denuncia: «hanno scherzato e hanno iniziato a farmi battute a sfondo sessuale». A detta della ragazza, uno dei due aveva anche tentato di toccarla. E' stato questo il motivo che ha convinto la vittima a procurarsi un registratore, da azionare nel caso in cui si fossero ripresentati.



LA RICOSTRUZIONE

E così era successo: il 2 giugno i poliziotti avevano bussato alla sua porta alle 21,15, si erano trattenuti pochi minuti, ed erano tornati dopo mezzanotte. La ragazza, prima di farli entrare, aveva azionato l'apparecchio nascosto in uno stivale buttato sotto al letto. Dalla registrazione, si sente la voce di Contardo che chiama Stronati: «Ti muovi! Do stai tu? Muoviti che stiamo qua!». I poliziotti avevano ammesso di aver consumato un rapporto sessuale con la detenuta. «E' stato un attimo di scelleratezza», aveva detto Stronati, «una stupidaggine», aveva ribadito Contardo. Prima di andarsene, i poliziotti le avevano detto di tenere la bocca chiusa. Il prezzo per il silenzio? Contardo, forse scherzando, mentre la vittima parlava della speranza di ottenere l'obbligo di firma, le disse: «Non ti preoccupare, ci mettiamo noi una buona parola».
© RIPRODUZIONE RISERVATA