Roma, tassista picchia a sangue anziano per il parcheggio

Roma, tassista picchia a sangue anziano per il parcheggio
di Paola Vuolo
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Venerdì 3 Aprile 2015, 06:11 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 08:37
​«Papà, papà», il giovane nella macchina ferma davanti alla farmacia di piazza Barberini chiama il padre, piange e si dispera, batte i pugni sul vetro del finestrino per chiedere aiuto. Un tassista sta picchiando suo padre che è appena sceso dall'auto, gli sta gridando che lì non può stare, quello è il posteggio dei taxi.








Il giovane vorrebbe uscire dall'auto ma non può, perché oggi sta peggio del solito, la sua malattia è più cattiva di sempre. Lancia un urlo, il padre, Antonio Cavallaro, 64 anni, è disteso per terra, il tassista che gli ha fatto del male è scappato.



Davanti alla farmacia arriva gente, i testimoni chiamano l'ambulanza, Antonio Cavallaro ha un solo pensiero, avvisare la famiglia, perché se non arriva qualcuno lui non si farà portare in ospedale, non può lasciare il figlio da solo, non è in grado di badare a se stesso. Tutto è avvenuto in pochi drammatici minuti. Sono quasi le 13 quando Antonio Cavallaro raggiunge piazza Barberini, ha fretta di comprare un medicinale per il figlio di 27 anni affetto dalla sindrome di down.



Non sa dove lasciare la macchina, chiede ai tassisti in fila al posteggio se può fermarsi un attimo, il tempo di comprare la medicina. I tassisti gli dicono di sì, tutti meno uno, un quarantenne, che scende dal taxi e incomincia ad urlare contro l'uomo. Antonio Cavallaro è a un passo dalla farmacia, vuole solo entrare e prendere la medicina per il figlio, ma il tassista lo aggredisce. L'uomo cade, si spezza la gamba e si frattura una mascella. Operato d'urgenza al San Giovanni, ieri pomeriggio le sue condizioni si sono aggravate, è subentrata una crisi cardiocircolatoria ed è ricoverato in terapia intensiva.



LE INDAGINI

Il tassista è stato identificato poche ore dopo dagli agenti del commissariato Castro Pretorio guidato da Eugenio Ferraro, avevano i primi numeri della targa del taxi che un testimone aveva trascritto e le immagini delle telecamere della zona che riprendono il momento dell'aggressione. Il tassista, che ha confessato, un anno fa aveva preso a cazzotti un collega ed era stato anche mandato via da una cooperativa.



In ospedale Giuseppe, l'altro figlio di Antonio Cavallaro accarezza il fratello e gli sussurra con dolcezza di non piangere, «papà guarisce presto», gli dice. Ma anche il suo cuore è pieno di angoscia: «Ho parlato con mio padre prima dell'intervento - dice - mi ha raccontato che il tassista era furibondo perché aveva parcheggiato al posteggio davanti alla farmacia, lui era terrorizzato e non ha reagito, prego solo Dio che mio padre non abbia altre complicazioni».