Pugile assassino: «Papà, ho un morto sulla coscienza»

Pugile assassino: «Papà, ho un morto sulla coscienza»
di Ilario Filippone
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Martedì 8 Novembre 2016, 09:22
«Papà, ho un morto sulla coscienza». Al primo piano di una palazzina in via Pastrone, a Vigne Nuove, Andrea Giannelli e la moglie Michela sono barricati nel dolore, quando ripercorrono la telefonata con il figlio Daniel, 24 anni, rinchiuso nel carcere di Regina Coeli per avere massacrato di botte il pensionato Pierino Franchi, riducendolo in fin di vita. Dopo 16 giorni di agonia, l'anziano è morto all'ospedale San Giovanni. «Ora esordisce Andrea per Daniel la situazione si complica, verrà processato per omicidio. Al telefono singhiozzava. E' distrutto, non immaginava mai di dover rispondere di un reato così grave. Non è un assassino. Ne ha commessi di errori, questo sì, ma non è un mostro».

Secondo la ricostruzione, Pierino Franchi, 70 anni, ex carabiniere, la notte dello scorso 22 ottobre incrocia per strada Daniel Giannelli, un giovane con la passione per il pugilato, e la fidanzata. La ragazza è il superstestimone della procura. Quando è stata sentita, ha ripercorso con i carabinieri di Montesacro le fasi del pestaggio, accusando il suo partner. Stando al suo racconto, era stata invitata ad uscire da Daniel. «A notte fonda ha detto agli inquirenti siamo usciti dal bar, per fare due passi». I due avevano bevuto sei amari, alcune birre, mangiato pizze e cornetti. «Ad un certo punto ha aggiunto la ragazza - mentre eravamo in via Gino Cervi, Daniel si è allontanato, per andare incontro a un signore con la tuta dall'altra parte della strada. Prima lo ha insultato, definendolo un poveraccio, poi lo ha massacrato di botte. Sono rimasta impietrita. Lo ha picchiato per circa un'ora, schiacciandogli la testa sul marciapiede con le suole delle scarpe. Infine gli ha spaccato un bastone addosso».

I SOCCORSI
È stato un passante a chiamare i soccorsi. La vittima, un pensionato delle forze dell'ordine, è stata trovata riversa in una pozza di sangue, con il volto completamente tumefatto. L'anziano era uscito di casa per buttare la spazzatura e fare due passi, ma è stramazzato al suolo sotto i colpi del giovane. «Potevo esserci io al suo posto: allucinante, siamo in balia di cani sciolti», sbotta un vicino di casa della vittima. Tutto si è consumato davanti a un supermercato Lidl, dove i militari dell'Arma hanno trovato un alone di sangue su un angolo di marciapiede. L'occhio della telecamera del negozio, però, non era puntato su strada, così il pestaggio non è stato ripreso. Un filmato, invece, avrebbe immortalato Daniel nelle fasi che hanno preceduto l'aggressione: se ne stava seduto ai tavolini di un bar della zona, con una bottiglia in mano. Accanto a lui, c'era la fidanzata.
«Non riesco a capacitarmi ha affermato il barista Daniel lo conosciamo un po' tutti. Non so cosa sia scattato nella sua testa». Nonostante per lui fosse stata disposta la misura della sorveglianza speciale, con l'obbligo di rimanere in casa nelle ore notturne, era solito tirar tardi. Dopo l'arresto, ha confermato le accuse: «Ero gonfio d'alcol», ha detto ai carabinieri. Il ragazzo è stato rinchiuso nel carcere di Regina Coeli. Sul suo conto il giudice per le indagini preliminari, Ezio Damizia, scrive: «Ha picchiato con furia la vittima, colpendola ripetutamente con violenti pugni al volto e alla testa, anche quando la persona offesa era riversa a terra. Perseverando in questa condotta per un tempo straordinariamente lungo, un'ora».

LA CURA
«Siamo distrutti, siamo gente perbene noi», ripete Andrea Giannelli, il padre di Daniel. La più piccola delle figlie, spiega, non va a scuola da tre settimane. «Oramai passiamo per assassini. Una cosa, però, vorrei che fosse chiara: chiediamo perdono ai familiari del signor Franchi, la morte non si augura a nessuno, ma temiamo anche per l'incolumità fisica di nostro figlio. Secondo il codice dei carcerati, bambini, donne e anziani non si toccano, ma Daniel è stato trasferito nella sezione dei pedofili e degli stupratori». I coniugi Giannelli avevano speso dei soldi per fare uscire Daniel dal tunnel dell'alcol. «La cura sembrava funzionare, ma era soltanto un illusione. La sera del 22 ottobre avevamo cenato insieme, sembrava tranquillo. Poi, dopo essersi sentito con la fidanzata, è uscito e non è più tornato». Giannelli è stato arrestato lo scorso 23 ottobre, 24 ore dopo l'aggressione. Sui suoi vestiti i carabinieri della compagnia Roma Montesacro hanno rinvenuto macchie di sangue. «Nessuna pietà per il ragazzo, spero che marcisca in galera, ha ucciso mio marito, massacrandolo di botte», ha dichiarato Francesca Franchi, la moglie di Pierino. La donna, nella mattinata di ieri, è rimasta con i figli a casa, al secondo piano di una palazzina in via Francesco Pasinetti. «Siamo ancora frastornati ha affermato - il dolore è enorme. Mio marito non ha mai fatto del male a nessuno. È stato ucciso in maniere brutale, senza un perché. Soffrendo di insonnia, era uscito per fare due passi, ma ha trovato la morte».