Roma, licenze facili anche alla Coop: si indaga sull'ufficio di Fatello

Roma, licenze facili anche alla Coop: si indaga sull'ufficio di Fatello
di Michela Allegri
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Lunedì 29 Febbraio 2016, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 21:30


La truffa dell'housing sociale architettata dai vertici del consorzio edilizio “Castore & Polluce”, che ha vuotato il conto in banca di 500 soci, potrebbe coinvolgere anche funzionari del IX Dipartimento del Campidoglio. Il sospetto degli inquirenti, su cui ora saranno avviati nuovi accertamenti, è che i tecnici comunali sapessero qualcosa di quel che faceva il consorzio o altre cooperative di housing sociale. E siano dunque responsabili di omesso controllo. La sezione “Programmazione e attuazione urbanistica”, finita ora nel mirino dei finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, è appena stata travolta dalle inchieste del pm Erminio Amelio. Il magistrato ha infatti indagato per corruzione l'ex direttore del dipartimento in questione, Antonello Fatello, attualmente sotto inchiesta insieme all'ex assessore Giovanni Caudo. I due sono sospettati di aver ricevuto favori per agevolare alcuni costruttori, in relazione a interventi edilizi irregolari. Sono nove in tutto le persone iscritte per presunte tangenti, in relazione alle speculazioni di Palazzo Raggi, in pieno Centro Storico, e sette quelle collegate a lavori sospetti realizzati in via Flaminia.

LA DELIBERA
La truffa scatta nel 2008, quando dal Campidoglio viene approvata una delibera che rientra nel piano urbanistico del Comune e in cui si propone di realizzare alloggi in edilizia agevolata. A farsi garante dell'affare, è il consorzio di cooperative edilizie presieduto da Fabio Fusaroli, ora indagato per associazione a delinquere e truffa. Per aderire al progetto è sufficiente pagare una quota d'iscrizione e parte della somma d'acquisto. In realtà, si tratta un imbroglio che in pochi anni frutta alle menti del raggiro 5 milioni di euro. I soldi vengono anticipati dai soci, ma le case non verranno mai costruite. Per la Procura, Fusaroli e i suoi collaboratori, sei in tutto, dilapidano il patrimonio societario organizzando eventi sportivi e in spese personali. Il consorzio potrebbe aver avuto a che fare anche con la rete di Mafia capitale. Il presidente alle “Iene" avrebbe ammesso di aver dato mazzette a Luca Gramazio, l'ex consigliere capitolino e poi della Regione imputato nel maxi processo.
 

LA DENUNCIA
A far partire l'indagine, nel 2011, è la mossa di due architetti del IX Dipartimento. I due sporgono denuncia, segnalando «un'intensa attività di pubblicizzazione riguardo proposte di vendita di alloggi in edilizia agevolata con prezzi inferiori al valore medio di mercato, nel quadro di un progetto di finalità sociale attribuito al Comune di Roma». Il dato è anomalo, «perché il Campidoglio non ha mai adottato iniziative concrete in tal senso» anche se sul tema c'era una vecchia proposta. Una delibera della giunta comunale, nell'agosto 2013, stabilisce poi «di non dare seguito agli adempimenti connessi alla delibera del 2008», sospendendo ufficialmente il progetto. Il consorzio viene avvisato, ma la truffa prosegue. Ora gli inquirenti vogliono capire se dal Campidoglio qualcuno abbia agito per agevolare gli indagati.
 

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