«Non facciamo altro che applicare le regole che nessuno per decenni ha mai rispettato e fatto rispettare – ribattono dagli uffici del X municipio- le cabine a partire dalla chiusura della stagione balneare e cioè dal 1 ottobre devono poter essere rimosse. Tutte quelle strutture considerate inamovibili o saranno incamerate e dunque i gestori dovranno pagare le tasse dovute oppure dovranno essere demolite».
La guerra ai padroni del mare di Roma continua anche sul piano legale. «Abbiamo chiesto parere all’avvocatura capitolina – proseguono dal municipio- e i primi riscontri già sono stati favorevoli». Una task force della squadra giudiziaria della polizia municipale ha eseguito nei giorni scorsi le prime ispezioni.
«Siamo partiti – spiegano dalla caserma di via Capo delle Armi- dagli impianti a ridosso della Rotonda alla fine della Cristoforo Colombo e da lì proseguiremo in tutte e 71 strutture presenti sul lungomare di Ostia».
Stando a quanto sostenuto da vigili e municipi, le cabine devono essere di «facile rimozione». Circostanza difficilmente conciliabile con i sanitari, dalle docce ai lavabi, che sono presenti all’interno degli stabilimenti di Ostia.
«I verbali delle ultime operazioni dei vigili – aggiungono dal Municipio- saranno incrociati con le nostre planimetrie e chi non è in regola sarà messo davanti all’aut aut: o sana la sua posizione oppure si procederà all’abbattimento».
Nel mirino dell’ufficio spiagge di via Claudio sono finiti anche i canoni demaniali. Nelle ultime 24 ore, sono scattati gli ultimi solleciti di pagamento per alcuni gestori balneari. A integrare il lavoro della macchina amministrativa anche un ingegnere esperto di demanio, arrivato come rinforzo dal Campidoglio.
«C’è chi non paga i canoni dal 2006 – concludono dall’amministrazione- per un’evasione di oltre mezzo milione di euro a impianto». Nei confronti di cinque di titolari degli stabilimenti sarebbe già pronta la revoca della concessione balneare.
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