Roma, spari contro il clan: «Le famiglie di Ostia volevano convincere Spada a tacere»

Roma, spari contro il clan: «Le famiglie di Ostia volevano convincere Spada a tacere»
di Mirko Polisano
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Domenica 3 Dicembre 2017, 09:36 - Ultimo aggiornamento: 4 Dicembre, 12:18

I proiettili e i colpi di spranga di una settimana fa alle porte degli esponenti del clan Spada a Ostia potrebbero essere un messaggio da recapitare direttamente a Roberto, il «reggente» del sodalizio criminale secondo i pm. È quanto trapela dall'indagine sulla scia di sangue e violenza che si è registrata nelle ultime settimane sul mare di Roma.

IL GERGO
Secondo gli inquirenti, oltre al regolamento di conti e alla faida territoriale tra clan, quegli avvertimenti rappresenterebbero un segnale nitido per Roberto Spada, attualmente rinchiuso nel carcere di sicurezza di Tolmezzo dopo la testata e l'aggressione dai «metodi mafiosi» ai danni del cronista della troupe di Nemo. Da Ostia alla provincia di Udine attraverso i messaggi in codice. Nel gergo della mala, stando a quanto stanno appurando gli investigatori, quei colpi alle porte di Silvano e Giuliano Spada sarebbero una minaccia nei confronti del cugino Roberto a non «parlare» e a non «rivelare» gli intrecci degli affari dei clan a Ostia Nuova. Altrimenti chi ha agito sabato notte saprebbe dove e con chi vendicarsi. Un invito al silenzio, dunque, per Roberto Spada che resta rinchiuso del carcere di massima sicurezza. Un trasferimento dovuto sia per la pericolosità dell'uomo che perché a Roma avrebbe potuto essere oggetto di qualche vendetta trasversale. La decisione dello spostamento di Spada è stata motivata dal fatto che il carcere di Regina Coeli, dove era stato portato dopo l'arresto del 9 novembre, non è attrezzato al tipo di detenzione richiesta per il presunto reggente della famiglia malavitosa di Ostia, mentre per le altre case circondariali del Lazio non c'erano le «condizioni ambientali» per ospitare Spada. Così Zibba Spada è stato portato a Tolmezzo nella sezione di alta sicurezza su proposta del ministero della Giustizia e condivisa dall'autorità giudiziaria.

I MOTIVI
Di che cosa, allora, non dovrebbe parlare Roberto Spada? I boss di Ostia temono che i segreti sulla mala del litorale di cui Spada potrebbe essere a conoscenza vengano barattati per un eventuale sconto di pena. Legami anche con altre famiglie, come i Fasciani, di cui un nipote è rimasto coinvolto nella gambizzazione della pizzeria di via delle Canarie. Con Spada in carcere, dunque, tremano i «baroni» di Ostia.

I CONTROLLI
I controlli delle forze dell'ordine, super potenziati da martedì scorso, si stanno concentrando su chi abita nella palazzina di via Antonio Forni, dove è stato arrestato anche il guardiaspalle e complice di Spada, l'uruguaiano Ruben Nelson Alvez del Puerto. Il quartiere resta ancora blindato da posti di blocco e uomini in assetto anti sommossa. Le forze dell'ordine stanno mettendo insieme tutti i pezzi di questo complicato mosaico che parte dalla gambizzazione in pizzeria. Ma anche da qualche mese prima.
 

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