A sollecitare la condanna è stato il pm Mario Palazzi il quale nella requisitoria ha sottolineato come questo episodio dimostri come gli Spada abbiamo gestito e controllato il territorio di Ostia con assoluta lucidità e precisione.
Secondo il pm l'obiettivo dei clan era quello di «mungere la vittima di tutto il suo denaro oppure l'acquisizione fraudolenta di attività commerciali da far gestire poi a prestanome». Nel processo si è costituita parte civile anche Roma Capitale assistita dall'avvocato Enrico Maggiore che sollecita un risarcimento danni di 100mila euro per danno funzionale e di personalità proprio dell'Ente comunale e di altre 250mila euro per danno all'immagine.
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