Lo chef Heinz Beck: «Le Olimpiadi per ripartire Roma mostri il suo meglio»

Lo chef Heinz Beck: «Le Olimpiadi per ripartire Roma mostri il suo meglio»
di Marco Ventura
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Venerdì 17 Giugno 2016, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 10:21

La polemica sul sì o no alle Olimpiadi dovrebbe essere un punto superato. O ci si propone o no. Roma e l'Italia si sono proposte per le Olimpiadi e allora devono andare fino in fondo. Già anni fa ci siamo tirati indietro. A prescindere da come la si pensi, il paese non può permettersi di ripensarci un'altra volta». Heinz Beck guarda Roma dalla terrazza del suo ristorante al 9° piano dell'Hilton, La Pergola, unico in Italia ad avere tre stelle Michelin. Tra una domanda e l'altra aggiusta il tiro dei suoi collaboratori che gli presentano i nuovi piatti, togliendo ingredienti e correggendo sapori. «L'altra volta eravamo in una grande recessione, perciò argomentare sul no alle Olimpiadi ci poteva stare. Ma non possiamo rimangiarci ora la parola, vorrebbe dire che in futuro non vi saranno più presupposti per candidature internazionali e sarebbe un peccato per una città bella come Roma».

Il costo delle Olimpiadi non sarà eccessivo?
«Ci sono i costi e ci sono i benefici. Se si pensa di fare le Olimpiadi per spremerle, per costruire e poi lasciare opere incompiute, abbandonate a se stesse, i contrari ai Giochi hanno tutto il diritto di lamentarsi. Ma vediamo un'opportunità per portare avanti decisioni prese da anni riguardo alle infrastrutture, alla viabilità e al rinnovamento, penso che possano essere una formidabile occasione per mostrare al mondo che ci siamo, che siamo più forti di prima, che questo è un paese che può giocare con i grandi, anzi è il paese che dovrebbe giocare con i grandi a prescindere, perché ha, avrebbe, tutte le carte in regola per farlo. Però non bastano i progetti, bisogna portarli avanti nei tempi previsti, con i costi previsti, con serietà e con una visione del futuro, pensando a offrire servizi per la comunità e per i turisti».
Poi c'è il timore per la corruzione..
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«Vogliamo per una volta fare le cose come si deve?».
Ma il degrado lo vede anche lei
«Io abito all'Eur e lavoro a Roma Nord. Sono un privilegiato. Ma tutte le grandi città del mondo hanno aree degradate, l'importante è avere progetti per bonificarle. La New York di oggi è molto diversa, di gran lunga migliore di quella di 30 anni fa. Non bisogna piangersi addosso sul passato. Siamo persone serie che amano Roma: facciamo qualcosa per il futuro. Come tutte le grandi città, anche Roma ha attraversato periodi di grande splendore e altri meno brillanti. Dobbiamo tornare allo splendore. Voltiamo pagina e cerchiamo di fare una città nella quale vivere sia un orgoglio».

Lei, un tedesco che ha girato il mondo, ama questa città?
«Io ho scelto di vivere in questa città e non voglio lasciarla. Sono nato in un altro paese, poi sono venuto a Roma: l'ho amata e sono rimasto. Vivo qui da 23 anni e sono contento. Ma dobbiamo guardare al futuro».

Lei in un certo senso ci ha reso internazionali grazie alle tre stelle Michelin che ha il suo ristorante come altri a Parigi, Londra, New York, Tokyo
«Anche a Roma, come in tutte le città del mondo, è possibile fare le cose giuste. Non bisogna pensare sempre solo male di Roma. Qui si può fare tutto, ma ci vuole un'idea, sacrificio, e programmazione. Ho un team di 45 persone che gestisco, tanti sono venuti tanti sono andati via. Li ho trattati sempre col massimo rispetto per ottenere la qualità che ci vuole in un ristorante di questo livello. Oggi ho il 100 per cento di personale italiano, ma anche quando ho avuto più stranieri non sono andato oltre il 15 per cento. Io mi trovo benissimo a lavorare con gli italiani. Se a un italiano dai un'idea e i mezzi, è la persona migliore in assoluto. Lo si vede in tutti i campi. All'Università Cattolica di Roma e Milano, dove insegno, vedo eccellenze italiane formidabile. Il mondo non è migliore. Tante volte sottovalutiamo quello che abbiamo».

Non è una visione un po' rosea? I nostri giovani emigrano
«I problemi ci sono, non dobbiamo nasconderli. Ma siamo bravissimi noi a sottolineare i problemi. Magari potremmo sottolinearli di meno e cercare invece di risolvere i problemi in modo più veloce. Siamo il più bel paese del mondo, dàje!».

Di cosa c'è bisogno per fare bene queste Olimpiadi?
«Come primissima cosa sistemare la viabilità, poi i servizi che devono migliorare. Poi fare strutture adeguate. Gli antichi romani portarono l'acqua fino al quarto piano 2mila anni fa, non vedo perché Roma non dovrebbe avere oggi una viabilità perfetta. Poi ci vogliono i servizi, quelli che il turista cerca. Mi sono stufato delle polemiche inutili, per esempio sulle buche. Diamoci da fare. Più buio che a mezzanotte non può essere, ergo cerchiamo di puntare al raggio di sole I problemi vanno visti e risolti, senza populismi. Di puntare il dito verso una casta o l'altra non m'interessa. Vai in giro e ammazza! Nel mondo c'è molto di peggio che Roma. Dobbiamo costruire un futuro nostro di grande dignità e grandi valori. Tremila anni di storia non ce li ha regalati nessuno».

Domenica voterà?
«Io non sapevo neanche che c'era il ballottaggio, al primo turno mi trovavo a Pechino. Alle Comunali potrei votare, potrei fare richiesta ma non l'ho fatta. La politica non m'importa, m'importa Roma. Per Roma farò tutto quello che mi viene chiesto, a prescindere da chi me lo chiede».