Olgiata, basisti dietro l'agguato: «Troppi furti nelle nostre ville»

Olgiata, basisti dietro l'agguato: «Troppi furti nelle nostre ville»
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 1 Giugno 2018, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 15:53

«Ce ne siamo convinti vedendo i furti messi a segno nel corso del tempo: qui dentro ci sono dei basisti». Carlo sta andando a trovare la cognata che vive in una delle tante ville del comprensorio Olgiata, lussuosa zona residenziale a Roma nord. Entra a piedi, salutando con un cenno della mano i vigilantes all'ingresso sud. «Ci conoscono tutti, chi non è di qui non passa facilmente». Vero. Se da queste parti sei uno straniero di fronte agli ingressi è obbligatorio dare il nome della famiglia che si sta andando a trovare altrimenti la sbarra resta abbassata. A seconda dei nomi, il guardiano chiama il residente al telefono per accertarsi che tu non stia bluffando. Il sistema sembra impeccabile ma presenta delle falle: a partire dalla recinzione di tutto il comprensorio (ben 600 ettari) che al momento non è completamente fornita di telecamere.

Anche per questo la banda di 4 malviventi che ha provato a saccheggiare l'abitazione della proprietaria del Jackie O', Beatrice Iannozzi, è entrata distruggendo banalmente un canneto lungo il bordo del parco che affaccia su via Cassia. «Non possiamo dire conclude Carlo che questa sia un'isola felice perché molti residenti si sono ritrovati i ladri in casa». L'impressione tuttavia, entrando nel comprensorio è quella: imbattersi in un villaggio vacanze da sogno, adornato da siepi di gelsomini e cancelli smaltati neanche fosse il set di un moderno Truman Show. Gli unici rumori che si percepiscono, man mano che ci si avvicina al Country club Olgiata sono quelli delle palline da tennis che rimbalzano sui campi.

«EFFRAZIONI PREPARATE»
Ville e villette divise in lotti e isole dove risiedono tra le 8 e le 10 mila persone che dietro alla magnificenza delle apparenze, con crescente preoccupazione, fanno i conti con furti e saccheggi. E la percezione, incontrando i residenti, scoprendo a poco a poco il parco, è quella suggerita all'inizio dal signor Carlo. «Qui dentro o sai dove andare oppure lasci stare aggiunge Vittoria R. per questo anch'io ritengo che i furti celino dietro un sistema messo a punto da chi, per un motivo o un altro, ha studiato questo comprensorio dall'interno». «Magari venendoci a fare dei lavori prosegue Giovanni le ville sono molte, la manutenzione non è di poco conto e anche gli operai non mancano mai». Ecco che ritorna allora, nella zona del Pratolungo, lo stesso pensiero: «Per fare un colpo qui è perché lo hai pianificato». Insomma, una storia molto più alla Ocean's eleven che alla I soliti Ignoti. Ora la direzione del consorzio, a fronte dell'ultimo episodio contro la regina dei night club romani, svela il piano per rendere più sicuro il comprensorio.

LE SOLUZIONI
«L'incidenza dei furti è molto inferiore rispetto ad altre zone, con un investimento di 1,5 milioni di euro spiega il presidente del consorzio, Giuseppe Bernardi tra due mesi entrerà in funzione un sofisticato sistema: i consorziati potranno collegare il proprio antifurto direttamente alla centrale delle guardianie permettendo così, durante un'ipotetica effrazione, di allertare all'istante i vigilantes che in 5 minuti saranno nella villa interessata». A questo si aggiunge un apparato di verifica più stringente agli ingressi: «Le telecamere oggi rilevano le targhe dei veicoli conclude Bernardi domani ci sarà anche un'identificazione elettronica tramite un sistema che riuscirà a vedere dentro le auto». In più il controllo sul perimento del consorzio: ogni 200 metri ci sarà una palificazione con radar e telecamere. L'auspicio è che possa bastare.

 

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